Benvenuti  nel sito di salvalasalute!

            Questo blog non ha pretese, potremo chiacchierare d'ogni cosa,                     anche se gli argomenti che vorrei trattare riguardano il nostro                         benessere, i modi più semplici per migliorare la qualità della vita.

 

            Ho sperimentato negli anni l'utilità di alimentarci seguendo codici                   scientifici semplici e sicuri.

            Desidero condividere con chi lo vorrà, anche queste mie esperienze,               sperando di potervi essere utile.

            Marianna

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LA QUINOA

Nutriente e ricca di fibre e proteine, la quinoa è perfetta sia per l'alimentazione di vegetariani e vegani che per quella di chi segue una dieta gluten free.

la quinoa anche se sembra un cereale, in realtà non lo è: si tratta però di un alimento ricco di proprietà benefiche per la salute. Nutriente, antiossidante, ricca di fibre, minerali, proteine e amminoacidi, la quinoa favorisce il metabolismo, è indicata durante le diete dimagranti ed è perfetta per chi deve seguire un’alimentazione priva di glutine.

 

 

PROPRIETÁ BENEFICHE DELLA QUINOA -

Conosciuta fin dall’antichità quando veniva coltivata sulle Ande dagli Inca che la definivano come “la madre di tutti i semi”, la quinoa si presenta in semi rossi, gialli e neri e viene coltivata soprattutto in Bolivia, Perù, Cile ed Ecuador.

la quinoa un vero e proprio super cibo

È molto ricca di ferro, ne contiene più degli spinaci,

contiene un quantitativo importante di proteine pari a 14 gr per 100 gr di prodotto.

Contiene 10 aminoacidi essenziali.

È ricca di sali minerali, fibre, acidi grassi Omega 3 e 6.

 È gluten free, dunque adatta ai celiaci.

E non è ancora tutto: la quinoa è una vera e propria alleata del nostro sistema circolatorio ed è un alimento energizzante, ottimo quindi per chi pratica sport. Diminuisce l’acidità gastrica ed è quindi un ottimo rimedio naturale per chi soffre di gastrite. L’elevato quantitativo di fibre la rende perfetta per l’alimentazione dei diabetici in quanto non provoca elevati picchi di glicemia.

 

Molto versatile in cucina e perfetta per la preparazione di deliziosi, nutrienti e sani piatti dolci e salati, prima di procedere con la preparazione e la cottura è però importante lavare bene la quinoa e mantenerla in ammollo in modo da eliminare la saponina, una sostanza dal sapore amaro tossica per il nostro organismo.

Potete acquistare la quinoa in tutti i negozi di alimenti biologici e nei supermercati. Nei punti vendita più forniti trovate anche vari formati di pasta di quinoa e la farina.

 

La quinoa è ottima per preparare zuppe, insalate, burger polpette e involtini, perfetta con il pesce.

 

Se vorrete, prossimamente potrete trovare qui deliziose e facili ricette da preparare con la quinoa.

 

KIT SALVALINEA!

Siamo arrivati al mese dei festeggiamenti, e non vi dirò certamente che bisogna fare i bravi a tavola rifiutando cenoni e dolci.

                      Tutti pensiamo: “va bene, è natale! a gennaio dieta”!

 Eccomi quindi con una proposta allettante come rimedio.

Con pochissima spesa potrete acquistare un “kit salvataggio” da usare a gennaio per tornare velocemente in forma!

Ed a chi effettuerà l’ordine in questo mese ulteriore sconto del 10%!

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                Piacere a se stessi è il primo passo per piacere agli altri!

 

il metabolismo: come velocizzarlo

Il metabolismo è un processo biochimico che regola quanto velocemente trasformiamo le calorie che assumiamo in energia.

Usiamo energia e bruciamo grasso quando facciamo attività fisica e quando digeriamo, ma non solo. Continuiamo a bruciarlo anche quando siamo a riposo. La velocità con cui lo bruciamo in questa fase si chiama metabolismo basale. Lo si può velocizzare anche quando non facciamo cose impegnative.

 

Esistono dei cibi che per le loro caratteristiche sono in grado di accelerare il metabolismo e far bruciare più calorie. A parità di calorie assunte con l’alimentazione, si tenderà a dimagrire più velocemente.

 

Analizziamo i cibi migliori per accelerare il metabolismo:

Acqua: Sappiamo che bere acqua fa perdere peso e aumentare il metabolismo.  L’acqua è un inibitore naturale dell’appetito e impedisce il gonfiore addominale eliminando sodio e tossine. Bere acqua a sufficienza inoltre aiuta a regolarizzare l’attività intestinale.

The verde: Gli estratti di the verde accelerano il metabolismo e possono contribuire alla perdita di peso. Oltre a migliorare l’umore hanno proprietà anti-cancro e aiutano a prevenire le malattie cardiache.

Pompelmo: le proprietà chimiche uniche di questo agrume ricco di vitamina C, riducono i livelli di insulina, favorendo la perdita di peso e l’aumento del metabolismo. Contiene elementi in grado di sciogliere i grassi e regolarizzare i livelli di colesterolo e trigliceridi.

Mele e Pere: Le donne in sovrappeso che mangiano regolarmente tre piccole mele o pere al giorno perdono più peso in una dieta ipocalorica rispetto alle donne che non aggiungono alla loro dieta la frutta. Le mele sono preziose, riducono la fame, regolarizzano il metabolismo, combattono l’acidità gastrica, stimolano la regolarità intestinale e la diuresi, abbassano il colesterolo nel sangue limitando l’ipertensione.

Broccoli: Da tantissime ricerche risulta che calcio e perdita di peso sono collegati. I broccoli non solo sono ricchi di calcio, ma anche pieni di vitamina C, che aumenta l’assorbimento di calcio. Questo ortaggio contiene vitamina A, acido folico e fibre. Con sole 20 calorie per piatto, questo alimento brucia-grassi non solo combatte il sovrappeso, ma contiene anche potenti sostanze fitochimiche che aumentano le difese immunitarie e proteggono contro l’insorgenza di malattie.

Yogurt magro: i latticini favoriscono la perdita di peso. Le persone che seguono una dieta ipocalorica e hanno incluso 3-4 porzioni di latticini perdono un peso significativamente maggiore rispetto a quelli che seguono una dieta a basso contenuto di latticini ma con lo stesso numero di calorie. Lo yogurt magro è una ricca fonte di calcio amica della linea. Lo yogurt è anche un super-alimento: contiene, infatti, calcio, proteine e tantissime altre sostanze nutritive.

 

Peperoncino: Mangiare peperoncino accelera il metabolismo. La capsaicina (una sostanza chimica presente nei peperoncini) stimola temporaneamente il corpo a rilasciare più ormoni dello stress accelerando il metabolismo e favorendo il consumo di calorie. Il peperoncino, inoltre, ha un forte potere antiossidante e favorisce il transito intestinale e l’evacuazione. 

 

IN FORMA PER LE FESTE!

Abbiamo quasi due mesi di tempo per tornare in forma prima

delle festività natalizie e di fine anno.

Indossare un capo nuovo, di un paio di taglie in meno è un obiettivo

ambito da molti.

 

Semplice , immediata, garantita  e priva di sacrifici  la soluzione

è in queste pagine!

 

IL PESO IDEALE DOPO LE VACANZE

                       L’estate non è finita ma le vacanze forse si.

Come sempre sono stati giorni piacevoli e spensierati, mare montagna, lago, passeggiate e soprattutto libertà completa a tavola.

Ci si sente sempre legittimati a mangiare di più in vacanza, tutto quello

che ci piace, senza limiti.

“Ci penseremo al ritorno alla linea, ora non si può rinunciare a gelati,

pizze e piadine, fritti misti e piatti esotici.”

Giusto, adesso però siamo tornati, in pochissimo tempo possiamo ritrovare il nostro peso ideale, quei pochi chili in più spariranno velocemente.

 

Io vi concedo comunque un pasto come lo volete ogni giorno, senza divieti di sorta. L’altro lo sostituiamo con qualcosa di buono che vi darà energia per tutta la giornata e tutto ciò che serve al vostro organismo per stare in salute e forma fisica, tutto meno grassi, zuccheri, colesterolo e tossine.

In questo modo, al contrario delle tradizionali diete, nutriamo la massa magra, (i muscoli) ed eliminiamo il grasso in eccesso, senza scompensi ne rovinosi crolli fisici.

 

         Quindi vi aspetto, l’esperienza nel settore mi ha insegnato che è

                                                 impossibile fallire!

 

ARRIVA L'ESTATE!

Presto arriverà l’estate e la necessità quasi per tutti di perdere qualche chilo.

Tutti sappiamo che il vero “segreto” per dimagrire in salute e mantenere in seguito il peso ottimale è quello di imparare a mangiare correttamente, con una dieta qualitativamente e quantitativamente equilibrata.

Senza una buona cultura alimentare tutte le diete sono destinate a fallire nel tempo.  Nella maggior parte dei casi non solo si riprende il peso di partenza, ma addirittura si prendono dei kg in più. Specialmente le diete a basso contenuto glucidico (pane, pasta, riso, ecc.) appaiono inizialmente le più efficaci in quanto determinano una rapida perdita di peso anche di 2-3 Kg nella prima settimana.  Questo “alleggerimento” non è una perdita reale di grasso corporeo ma solo di acqua.  Protratte nel tempo determinano una forte perdita proteica (muscoli) e inestetismi della pelle (pelle flaccida).

In queste pagine mi troverete a disposizione con i suggerimenti a coloro che faticando a mantenere un corretto regime alimentare hanno bisogno di un piccolo aiuto per raggiungere i propri obbiettivi.

Il cibo è uno dei piaceri della vita, con questo metodo, conosciuto a livello mondiale, senza controindicazioni ne effetti collaterali, nessuna rinuncia ne sacrificio!

 

Otterrete il vostro scopo mantenendo il peso desiderato nel tempo.

 

UN MESE PER TORNARE IN FORMA DOPO LE FESTE!

 

Anche quest’anno ci siamo coccolati a tavola per le feste?

Qualche giorno e saranno finite, e con loro grandi pranzi e cenoni.

Se anche la vostra bilancia si rifiuta di collaborare per rendervi felice, sappiate che vi basterà un mese per farla contenta!

Senza grandi rinunce e con un pizzico di buona volontà potrete riconsolidare la vostra amicizia con lei!

 

Non aspettate oltre, il sito è a vostra disposizione per ogni informazione gratuita e senza impegno.

 

Buone feste a tutti!

10 trucchi per non ingrassare (che le donne mai a dieta usano)

Si concedono tutto quello che vogliono a tavola e non ingrassano

di un grammo: ma come fanno?

Ecco i dieci trucchi salva peso che queste donne utilizzano, tutti da copiare per tenere sotto controllo il proprio peso e magari, dimagrire mangiando.

Perchè stare a tavola è questione di benessere e di felicità.


Ce l’abbiamo tutti quell'amica che mangia un cono gelato senza farsi problemi. E quando si va a pranzo fuori, non ordina mai l'insalata, ma una bella parmigiana, senza sensi di colpa. E non ingrassa di un etto!

Mentre voi siete a dieta perennemente, vi negate ogni piacere culinario, eppure la bilancia fatica a spostare l'ago verso il peso desiderato.

Come mai lei mangia tutto quello che vuole e non mette su un grammo, mentre per voi è il contrario? Forse stare a dieta forzata non funziona: richiede grande disciplina e alla lunga, può frustrare.

Forse è solo questione di imparare a mangiare meglio e copiare qualche piccolo trucchetto salva peso che la vostra amica già usa, ma a cui non avete mai fatto caso.


1. Ogni giorno non è un'occasione speciale: La brioche in ufficio portata dal collega, un pranzo fuori con quell'amica che non vedevi da tempo, una fetta di

torta alla festa di compleanno

di un amico...

Questi eventi accadono così regolarmente che è facile non accorgersi che si sta esagerando con le calorie. Mentre qualche dolcetto occasionale è concesso, osservare la giusta alimentazione, senza sgarrare, aiuta a mantenere il peso costante.

Quindi, scegliete i peccati di gola con saggezza e tagliate il resto: passi il dividere una crème brûlée con vostro marito alla cena dell'anniversario, ma dite di no ai biscotti alla riunione in ufficio.

Oppure festeggiate il vostro compleanno con la torta, ma non anche

quelli dei colleghi. 


2. Parlate molto durante il pasto: Avete sempre trovato insopportabile quell'amica che parla e parla e parla durante il pasto...

Però, lei ingrassa di meno. E sapete perchè? Il continuo chiacchiericcio aiuta a mangiare di meno


3. Non perdete tempo con gli alimenti dietetici: Gli alimenti con le etichette che riportano la dicitura “a basso contenuto di grassi” o “a basso contenuto calorico” sembrano buoni, in teoria. Il problema è che questi cibi sono spesso processati e ad alto contenuto di carboidrati, che si traduce in un alto tasso di glicemia nel sangue, e di conseguenza, l'aumento di peso. Inoltre, queste aziende, dopo aver rimosso i grassi, li 'pompano' con zucchero, sale e additivi.


4. Nessun cibo è "cattivo": Indicare la torta di mele come cibo 'buono' e la Nutella come 'cattivo' non porta a nessun risultato, anzi: uno studio recente ha confermato che  le donne che sono state private del cioccolato per una settimana hanno poi manifestato più voglie e sono state più propense a mangiare... il cioccolato. Uno studio di approfondimento successivo ha confermato i risultati: se vi dite che non potete mangiare il cioccolato e cercate di non pensare al cioccolato, sarete ossessionate ... dal cioccolato. Il motivo è presto detto: il senso di colpa per non essere capaci di seguire una dieta induce a mangiare di più, e peggio. Quindi, per un rapporto felice con il cibo, eliminate la parola "cattivo" dal vostro vocabolario.

 

5. Fate il riposo 'di bellezza': Quando si hanno molti impegni, la prima cosa che salta è il sonno, vuoi per i pensieri, vuoi proprio per la mancanza di tempo. Ma se si vuole mantenere sotto controllo l'IMC (Indice di massa corporea), la ricerca mostra che il sonno ha la massima priorità. Infatti, nei giorni in cui siete più indaffarati e si deve scegliere tra un'ora in più di sonno o svegliarsi presto per cominciare a lavorare, è molto meglio la prima: la mancanza di sonno ha effetti devastanti sugli ormoni che inducono l'aumento di peso e alterano l'appetito, portandoci a preferire i cibi ad alto contenuto calorico. Inoltre, non dormire equivale a non avere l'energia per affrontare la nuova giornata.


6. Non biasimatevi: Hai appena mangiato un cheeseburger e divorato le patatine fritte. Anche se non era molto sano dal punto di vista calorico, perdonatevi e promettete che al prossimo pasto starete più attente. Essere compassionevoli verso se stessi può portare ad avere un rapporto migliore con il cibo e un IMC più sano. Una bassa autostima, invece, può portare a disturbi alimentari, come le continue abbuffate, che hanno come diretta conseguenza l'aumento di peso. Quindi, il consiglio è: trattatevi come trattereste una persona cara: incoraggiandovi e accettandovi per quello che siete, sapendo che potete migliorare.

 


7. Evitate tutto ciò che è 'diet' o 'light': Questo punto si collega al numero 3, ma con qualche differenza. Qui si parla di dolcificanti artificiali, le cui opinioni in merito sono controverse: mentre alcuni studi dimostrano che non incidono sul peso, altre ricerche suggeriscono che le bevande senza calorie possono portare a un aumento di peso, stimolando la fame.  

Inoltre, ordinare una bevanda

light può farvi pensare che state tagliando delle calorie, quindi potrebbe portarvi a prendere un hamburger con patatine, piuttosto che un'insalata”.

 

8. Sperimentate in cucina: Mangiare sano non è mai noioso se insaporite le pietanze con erbe aromatiche e spezie: esse amplificano il sapore di ogni piatto e danno la stessa sensazione di soddisfazione

dei grassi, pur rimpiazzandoli.  Inoltre, spezie come il peperoncino di Cayenna aiutano a velocizzare il metabolismo, quindi a bruciare qualche caloria in più.

Perciò, aggiungete un pizzico di paprika al posto del burro sui broccoli

al vapore. Oppure rendete più appetitoso il petto di pollo arrosto, cospargendolo di prezzemolo, timo o maggiorana, aglio in polvere e peperoncino frantumato. 


9. Non contate le calorie: C'è una grande differenza tra come il corpo utilizza mille calorie apportate da cibo spazzatura e mille calorie da cibi integrali.

Rimanere intrappolati nel meccanismo 'conta-calorie', potrebbe portarvi a evitare cibi ricchi di calorie, ma anche di nutrienti, come i pesci grassi, l'avocado, l'olio di oliva o di cocco, le noci e il cioccolato fondente. Concentratevi piuttosto su come riempire il piatto con alimenti variegati, prediligendo

le proteine (pesce, pollo, tofu), le verdure e una fonte di grassi sani. Assemblare bene i sapori e i nutrienti piuttosto che contare le calorie può aiutarvi a tenere il peso sotto controllo. 


10. Assumere zuccheri intelligentemente: Lo zucchero non fa bene. Il nostro corpo può gestirne solo una certa quantità alla volta. Il di più viene immagazzinato come adipe. Ma questo non significa che si deve tagliare fuori completamente. È solo questione di comprendere che cosa ci fa bene e cosa no.

Per esempio, vi sentite stanchi e gonfi dopo aver mangiato i biscotti? Allora forse il vostro organismo non li tollera o digerisce. Dopo tutto, il cibo dovrebbe farvi sentire bene e ogni donna che non fa la dieta lo sa.


 UN THE CALDO, LIMONE, PESCA     O LAMPONE PER UN APPORTO ENERGETICO GUSTOSO CHE FAVORISCE  LO SCIOGLIMENTO    DEI GRASSI.

FINITE LE VACANZE RITROVIAMO LA FORMA PERFETTA!

      Un mese sarà sufficiente a ritrovare la linea, senza farmaci,

       senza sacrifici ne tristezze e soprattutto senza rinunciare

ai cibi preferiti!

FIBRE: componente essenziale in una dieta sana

Le fibre svolgono un ruolo importante per il benessere dell'organismo e sono considerate il principale fattore alimentare per una buona digestione e il benessere dell'intestino.

Ma cosa sono esattamente?

Le fibre sono dei carboidrati complessi che in genere si trovano in tutti i cibi di origine vegetale come frutta, verdura e cereali.

Tuttavia, a differenza di altri carboidrati complessi, le fibre non vengono scomposte facilmente dall'apparato digerente e quindi riescono a transitare in buona parte non digerite attraverso l'intestino tenue.


Esistono due tipi di fibre, solubili e insolubili, ognuna con una propria funzione nel processo digestivo.


Le fibre solubili, (presenti in cibi come avocado, avena, broccoli, lenticchie e banane) possono essere digerite dall'organismo e vengono scomposte dai batteri dell'intestino crasso.



Al contrario, le fibre insolubili non possono essere digerite e vengono scomposte solo in minima parte dai batteri.

Sono buone fonti di fibre insolubili frumento integrale, cereali integrali, frutta a guscio e verdure a foglia verde scuro.

Poichè la quantità di fibre presenti nei vari tipi di verdura, frutta e cereali variano, si consiglia di consumare ogni giorno una ricca quantità di cibi ricchi di fibre, sia solubili che insolubili.

               cibi anti-caldo:                        gli alimenti che aiutano         a sopportare l'afa e non fanno ingrassare

Il grande caldo è arrivato e l’aumento delle temperature ci impone di limitare gli alimenti molto grassi e di sostituirli con cibi leggeri e ricchi di acqua in modo da combattere la disidratazione e reintegrare i liquidi.

Accorgimenti che tutti conosciamo, ma ricordiamoli ancora una volta.

Tante insalate, pasta fredda, carni magre e pesce, passati di legumi, yogurt, frullati, macedonie e soprattutto tanta frutta e verdura di stagione ricca non solo di acqua ma anche di carotenoidi, sostanze importanti per la protezione della pelle dai danni che possono verificarsi a causa dell’esposizione al sole: sono questi gli alimenti che vi permetteranno di contrastare l’afa estiva e allo stesso tempo mantenervi in linea.


           Ecco alcuni cibi anti-caldo che durante la bella stagione non

                             dovrebbero mancare sulla vostra tavola:

La zucchina.

Si tratta di un ortaggio con un bassissimo valore calorico, composto per il 95 per cento da acqua. Ottima fonte di minerali (potassio, ferro, calcio e fosforo) e di vitamina A, vitamina C e carotenoidi, è in grado di favorire l’abbronzatura. 

 

Il cetriolo.

Costituito per il 96 per cento di acqua, contiene anche vitamina C, aminoacidi e sali minerali importanti come potassio, calcio, fosforo e sodio. Ammorbidisce la pelle rendendola più bella ed elastica, è un buon diuretico, rinfresca ed ha un’azione disintossicante. Un rimedio naturale utile anche per contrastare l’inestetismo delle occhiaie.

 

La menta.

Perfetta sotto forma di tisana in caso di disturbi digestivi, la menta è una pianta utile anche in caso di mal di testa e raffreddore, gastriti e crampi allo stomaco. Adoperatela per impreziosire i vostri piatti unici estivi.

 

Il melone.

Idratante e rinfrescante, il melone è composto per il 90 per cento di acqua ed un’ottima fonte di  vitamina A e C, fosforo e calcio. L’alta percentuale di potassio presente nella sua polpa ha effetti benefici anche sulla circolazione e sulla pressione arteriosa. 

 

La pesca.

Composta per l’87 per cento di acqua, la pesca contiene  potassio e ferro ed è ricca di  vitamina C. Leggermente lassativa e diuretica, ha proprietà rinfrescanti e disintossicanti. Grazie alla presenza di calcio e potassio, è anche mineralizzante, tonificante e ricostituente, ottima per rafforzare denti e ossa, oltre a proteggere la pelle e gli occhi grazie alla presenza di beta carotene. 

 

L’anguria.

L’anguria, o cocomero, è il frutto estivo per antonomasia. La sua polpa di colore rosso è ricca di carotenoidi, sostanze antiossidanti fondamentali per contrastare i radicali liberi. È costituita per oltre il 90 per cento di acqua ma contiene anche una grande varietà di vitamine A, C, B e B6, e di sali minerali come potassio e magnesio, ottimi alleati per  combattere il senso di spossatezza che ci assale in estate. Questa caratteristica, insieme all’elevato contenuto di acqua, rende l’anguria un alimento dissetante, disintossicante e diuretico, motivo per cui è indicata in caso di ritenzione idrica, ipertensione, cellulite e gonfiori alle gambe. 

 

Il pollo.

La star delle carni light. Ha un buon contenuto  proteico a cui associa un certo quantitativo di sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, selenio e vitamine B1, B2 e PP. E’ molto digeribile.

 

La sogliola.

La sogliola è magra, molto digeribile, ricca di proteine. Ha un sapore molto delicato ed è indicata anche per l’alimentazione dei bambini. 

 

Un piccolo consiglio per i golosi:

Evitate di pranzare spesso con il gelato in quanto carente dal punto di vista del quantitativo di vitamine e carboidrati: meglio optare per un pasto leggero da concludere poi con una piccola porzione di gelato.


                E per finire..  una ricetta estiva   contro il colesterolo

Un piatto semplice, sfizioso, e molto utile per abbassare il colesterolo:


                          il petto di pollo con la frutta secca.


                                  Ecco gli ingredienti e la preparazione.

 

Ingredienti (per 4 persone):

Quattro petti di pollo

Un cucchiaio di uva passa

Duecento grammi di prugne secche

Due bicchieri di tè verde

Centocinquanta grammi di mandorle tritate

Una cipolla dorata

Farina quanto basta

Quattrocento grammi di patate novelle

Una bustina di zafferano

Due cucchiai di yogurt magro

Salvia, rosmarino e prezzemolo: quanto basta

Olio extravergine di olive e sale: quanto basta

 

                                                    Preparazione:

 

Mettete le prugne e l’uvetta nel tè verde caldo per ammorbidirle;

Dividete i petti di pollo a metà, togliete l’osso e la cartilagine, e apriteli;

Mettete le quattro fette ottenute tra due fogli di carta da forno e batteteli piano con il batticarne solo per appiattirli appena;

Stufate in tre cucchiai di olio e tre di tè la cipolla tritata finemente per 5-6 minuti. Appena il liquido si sarà consumato, unite i petti di pollo appena infarinati e salateli quando saranno sigillati;

Aggiungete le mandorle tritate, il tè all’ammollo con lo zafferano sciolto, cuocete per 6-8 minuti a pentola coperta finchè la salsa non si è addensata e il pollo ammorbidito;

Due minuti prima di spegnere il fuoco unite le prugne a pezzi piccoli e l’uvetta e a fine cottura due cucchiai di yogurt;

Aggiustate di sale, se necessario, e servite;

Portate come contorno delle patate novelle cotte in forno, aromatizzate con trito di salvia, rosmarino e prezzemolo.

 

 

il glutine: sensibilita', intolleranza, celiachia

Durante il corso dei secoli la dieta alimentare umana è più volte cambiata significativamente.

All’inizio il corpo umano era abituato a nutrirsi di piante, bacche e carne, quando ve ne fosse stata l’opportunità.

L’uomo ha dovuto aspettare molto perchè il grano e molti altri prodotti che contengono glutine potessero essere a disposizione delle masse con una certa costanza.

Alcune teorie pongono l’attenzione proprio sulla scarsità di tempo che il corpo umano avrebbe avuto nell’adattarsi ad un flusso di glutine sempre maggiore nella propria dieta. Ecco perchè non tutti sono capaci di digerire correttamente gli alimenti che contengono al loro interno del glutine.

Già dai tempi antichi ci si era accorti che alcune persone, mangiando prodotti a base di farine, soffrivano di diarrea e dolori addominali, i bambini potevano morirne o comunque avere una crescita molto stentata.


                        CHE COSA E' IL GLUTINE

Il glutine è tecnicamente una sostanza lipoproteica che si trova all’interno dei cereali, del frumento, dell’avena e dell’orzo.

E’ una delle sostanze più presenti nella nostra alimentazione: rende il pane e la pizza soffici e impedisce alla pasta di diventare collosa dopo pochi minuti di cottura, per esempio. Fa parte della nostra dieta da migliaia di anni ma solo da qualche decennio si è scoperto con certezza che in alcune persone può fare grandi danni.

alcuni individui, seppur non manifestino una totale intolleranza al glutine, presentano una certa sensibilità a tale sostanza.

 

  I glutini sono tutti uguali?

No, e lo possiamo verificare anche in modo empirico verificando la diversa digeribilità della pasta. Già rimanendo su una pasta di frumento, ma scegliendo una variante integrale possiamo verificare una certa leggerezza dopo averla mangiata, sensazione che prova anche chi assaggia per la prima volta pasta di farro o di kamut.


 Per togliere, ma anche far diminuire, la pasta ad un italiano ci vogliono serie motivazioni. Chiaramente chi soffre di disturbi persistenti o ricorrenti, che riducono la qualità di vita, e a cui non si riesce a dare una spiegazione, è disposto a provare anche la dieta priva di glutine pur di vedere risolti, a volte dopo anni di sofferenza, mal di testa ricorrenti, orticaria, diarrea, vertigini, mente annebbiata ecc.

 

             Allergia, celiachia, sensibilità al glutine                        o semplice intolleranza transitoria?

Tra i consumatori, e non solo, c’è una grande confusione tra i diversi tipi

di reattività al glutine. Proviamo a chiarire un po’ la questione.

 

 

L’allergia al glutine è una reazione immunitaria vera e propria contro le proteine della farina con la produzione di specifici anticorpi delle allergie come accade nelle allergie ai pollini o alla polvere.

 Nei pazienti affetti da  questo tipo di reattività al glutine le manifestazioni cliniche sono simili alle altre allergie alimentari, con sintomi di natura cutanea (quali dermatite, eczema, orticaria), respiratoria (rinite, asma ecc.) e del tratto gastroenterico (quali dolori addominali, alvo diarroico/stitico).

 

Nell’intolleranza al glutine (celiachia) invece non si verifica una risposta “immunologica” contro il glutine, ma un’infiammazione intestinale che scatena a sua volta una reazione autoimmune, ovvero vengono prodotti anticorpi per distruggere cellule del proprio organismo.

Il bersaglio di questi anticorpi sono le cellule dell’intestino tenue che vengono così distrutte causando una progressiva riduzione dell’assorbimento di vari nutrienti: ferro, calcio ecc.

Il risultato che si apprezza attraverso l’indagine endoscopica è l’appiattimento dei villi intestinali.

 

Dalla primavera dell’anno scorso è stata anche riconosciuta un’altra patologia legata al glutine: la sensibilità al glutine o gluten sensitivity. Questo tipo di patologia dà sintomi simili alla celiachia: mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari, gonfiore intestinale, e molti altri. Non si sa ancora molto su questa malattia, non si conosce il meccanismo attraverso il quale il glutine crea questi sintomi, non ci sono esami per diagnosticarla, si suppone che sia transitoria, a differenza della celiachia e dell’allergia, ma non si è sicuri.

La diagnosi viene fatta per esclusione: se gli esami per la celiachia sono negativi come pure quelli per l’allergia, ma i sintomi regrediscono dopo la dieta senza glutine, allora si tratta di gluten sensitivity.

 

 

 E poi, a crear ulteriore confusione, c’è l’intolleranza, o meglio incompatibilità al frumento. Si tratta di quei casi in cui il frumento disturba solo temporaneamente, per qualche mese, a causa spesso di un uso eccessivo o in conseguenza a periodi stressanti o a terapie farmacologiche. Lo si scopre spesso eseguendo un test di intolleranza .Questo tipo di intolleranza o incompatibilità non necessariamente coinvolge tutti i cereali contenenti glutine, ma a volte solamente il frumento o il farro o il kamut. In questo caso viene fatta una dieta ad eliminazione per il tempo necessario alla remissione completa dei sintomi a cui segue una graduale reintroduzione.

 

                               Sensibilità al glutine

La sensibilità al glutine è un problema più diffuso di quanto si pensi; secondo autorevoli studi, sempre più italiani soffrono di disturbi che potrebbero essere riconducibili alla sensibilità al glutine.

Essere sensibili al glutine significa avere sintomi simili a quelli della celiachia e dell'allergia al grano senza essere affetti da nessuna delle

due patologie.

 

La sensibilità al glutine è un disturbo completamente diverso dalla celiachia e la stragrande maggioranza delle persone che ne soffrono non diventerà mai celiaca; queste sono le conclusioni ratificate da un recente congresso sul tema, in grado di fare finalmente chiarezza sui motivi per cui alcuni soggetti negativi al test per il morbo celiaco manifestano comunque beneficio da una dieta priva o povera di glutine.

 

 

C’è chi stima che, se il numero di celiaci in Italia è di circa 500.000 unità,

i pazienti con sensibilità al glutine siano almeno 3 milioni.

 

Cause

Nella sensibilità al glutine, l’immunità innata (la principale difesa immunitaria dell’organismo contro gli invasori) reagisce all’ingestione del glutine combattendolo direttamente, cioè provocando un’infiammazione

a livello dell’apparato digerente e di altre parti dell’organismo.

Nella celiachia il glutine è combattuto sia dall’immunità innata sia da quella adattativa, cioè dalla parte più sofisticata del sistema immunitario. I problemi di comunicazione tra le cellule del sistema immunitario adattivo fanno sì che tali cellule combattano i tessuti dell’organismo, provocando l’atrofia dei villi intestinali associata alla celiachia.

 

Sintomi

I pazienti celiaci e quelli sensibili al glutine soffrono di sintomi pressoché identici, ad esempio:

 

diarrea, gonfiore, dolore addominale, dolori articolari, depressione,

 annebbiamento mentale, emicrania.

 

Tra i sintomi frequenti della sensibilità al glutine ricordiamo inoltre:

 dolore addominale simile a quello provocato dalla sindrome del colon irritabile, stanchezza, formicolio alle estremità, diarrea, o stipsi, od alvo alterno, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, parestesie degli arti,

 rash cutanei tipo eczema, anemia.

 

Tale quadro clinico va in rapida remissione (pochi giorni) con l’eliminazione del glutine dalla dieta.

 

A differenza della celiachia, la sensibilità al glutine non segue un percorso prefissato: i sintomi possono essere più pronunciati o scomparire nel tempo.

 

 

Diagnosi

La diagnosi di sensibilità al glutine è quindi al momento una diagnosi di esclusione, caratterizzata dalla negatività dei test immunologici per l’allergia al grano, dalla negatività per la sierologia tipica per celiachia.

 

                               Allergia al frumento

L’allergia al frumento, che può comprendere anche asma da farina o rinite, interessa soprattutto la cute e l’apparato respiratorio. Test allergologici specifici possono dare la certezza che si tratta di un’allergia al frumento.


                                      Celiachia

Una persona che soffre di celiachia non riesce ad assorbire correttamente il glutine. In pratica il sistema immunitario tratta il glutine come qualcosa di potenzialmente dannoso invece di assimilarlo, e reagisce con una risposta sproporzionata che si verifica nell’intestino tenue,

il tratto del sistema digerente dove avviene l’assorbimento di buona parte di ciò che mangiamo attraverso i villi intestinali (minuscoli tentacoli che aumentano enormemente la superficie disponibile attraverso cui assorbire i nutrienti).

Le cellule del sistema immunitario infiammano la mucosa intestinale e arrivano a distruggere i villi, impedendo di conseguenza l’assimilazione di buona parte dei minerali e degli altri nutrienti.

Se non si è malati di celiachia, passare a una dieta senza glutine può essere controproducente. I prodotti da forno alternativi come biscotti e merendine hanno spesso maggiori quantità di grassi e di zuccheri per sopperire alla mancanza del glutine, che rende più elastici e morbidi gli impasti. C’è quindi il rischio di avere un’alimentazione sbilanciata con conseguenze per la salute, soprattutto nelle persone che hanno già altri problemi come forme di diabete o l’essere sovrappeso.

 

Come si diventa celiaci

La celiachia è una malattia che si verifica nelle persone predisposte geneticamente, che sono cioè nate con particolari geni che possono portare alla sua manifestazione. Per questo motivo di solito la celiachia è più frequente tra i figli delle persone affette (10 per cento contro l’1 per cento in tutta la popolazione). La predisposizione genetica non basta però a fare sviluppare la celiachia: si ritiene che a innescarla ci possano essere un’esposizione in età troppo precoce al glutine o particolari infezioni intestinali di tipo virale, sempre durante l’infanzia.

 

Che cosa succede a un celiaco

La celiachia propriamente detta si manifesta in età infantile e di solito porta a sintomi tipici dell’errato assorbimento dei nutrienti, quindi quando si ingeriscono alimenti con glutine si verificano: mal di pancia, diarrea e addome gonfio. Anche grazie a una maggiore attenzione nell’alimentazione in età pediatrica, è diventata molto più frequente la manifestazione della celiachia in età adulta con sintomi molto più differenziati e non solo a carico dell’intestino (debolezza, anemia, problemi di coagulazione del sangue, convulsioni).

 

Come si diagnostica e come si tratta la celiachia

L’unica soluzione per chi soffre di celiachia è non mangiare cibi che contengono glutine, escludendo quindi completamente dall’alimentazione pane, pasta, pizza, biscotti, moltissimi altri prodotti da forno e anche diversi altri alimenti che non associamo all’idea di farinaceo, ma che contengono lo stesso il glutine come addensante (molte zuppe e salse in scatola, per esempio). Eliminato il glutine, i sintomi scompaiono e di solito non ci sono più complicazioni.

 




Sensibilità al glutine         

Dolori addominali

Eczemi o eruzioni cutanee

Spossatezza

Emicrania

Stato confusionale

Diarrea, gonfiore addominale

Depressione

Anemia (diminuzione del numero di globuli rossi)





Allergia al frumento

Cefalea

Vomito

Affanno

Formicolio o gonfiori nella zona della bocca e della faringe

Pomfi o prurito sul corpo

Disturbi gastrointestinali

Astenia





Celiachia

Dolori addominali,

gonfiore addominale, diarrea

Nausea

Spossatezza, perdita di peso

Carenza vitaminica e/o di minerali

Anemia (diminuzione del numero di globuli rossi)

Assenza delle mestruazioni (amenorrea)

Disturbi della crescita nei bambini


* Questi sintomi possono presentarsi come episodio singolo o ricorrente.


                            Gonfiore dopo pizza o panino?  ATTENZIONE!

 

È uno dei primi sintomi che devono mettere in allarme: se oltre all’addome teso noti la comparsa di eczemi e sovrappeso, potresti essere intollerante al grano

L’ intolleranza al grano o frumento è una delle intolleranze più comuni e non deve essere confusa con la celiachia.

 

Se sei intollerante al grano il tuo intestina rifiuta questo cereale in tutte le sue componenti: per questo avrai dei disturbi anche se assumerai dei cibi privi di glutine!

 

                                                 Cause psicologiche

 

Alcuni possono soffrire di intolleranza alimentare scatenata da fattori

di natura psicologica. In questo caso una visita psichiatrica approfondita

è in grado di identificare l’evento spiacevole, verificatosi di solito durante l’infanzia, collegato all’assunzione dell’alimento che vi crea problemi. Mangiare quel cibo anche a distanza di anni, persino in età adulta,

provoca la comparsa improvvisa di sensazioni spiacevoli.

 



+ausilio informazioni dal web

E' ORA DI SFIDARE LA BILANCIA!

Dobbiamo piacere a noi stessi per piacere agli altri, e non possiamo negarlo, la nostra autostima va alle stelle se siamo piacevolmente accettati da chi ci circonda.


Un mese basta per tornare in forma e sfoggiare prestissimo il nuovo costume senza imbarazzo!

Nessun sacrificio, nessuna rinuncia, nessun farmaco!

Sostituite un pasto con un buon frullato alla frutta o al gusto che preferite e non solo riacquisterete la linea ma il vostro morale ne trarrà grandi vantaggi!


Non perdete tempo, tentare vale sempre la pena!


ERRORI DA EVITARE A TAVOLA

Ci sono degli errori da evitare a tavola e che spesso vengono commessi anche inconsapevolmente. Possono riguardare il modo in cui mangiamo, come, per esempio, il farlo troppo in fretta, oppure gli abbinamenti di alcuni tipi di cibi. Spesso è necessario procedere con molta prudenza, se si vogliono seguire i principi di un’alimentazione corretta. Vediamo in che cosa ci ritroviamo a sbagliare.


                                         1. Lavare l’insalata in anticipo

Per ottimizzare il tempo, può capitare di lavare e tagliare l’insalata la sera prima e di metterla in frigo, per ritrovarsela pronta il giorno dopo. Questo è sbagliato, perché rischiamo di perdere molti sali minerali e vitamine.

 

                                             2. Le spremute abbondanti

 Una spremuta non andrebbe mai preparata in abbondanza, per conservarla e berla a poco a poco. Le spremute di arance, ad esempio, ottime per fare il pieno di vitamina C e proteggere l’organismo dai malanni di stagione, andrebbero consumate subito. Rischiamo che le vitamine deperiscano rapidamente.

 

                                                   3. Cuocere i peperoni

La vitamina C serve a garantire parecchi benefici e si trova in molti alimenti, fra cui anche i peperoni e i broccoli. Possiamo beneficiare di questi cibi, a patto, però, che li consumiamo crudi. Se li cuociamo, la vitamina C perde la sua concentrazione.


                                                 4. Parmigiano e rucola

Il formaggio non dovrebbe mai essere abbinato alle fibre. Spesso pensiamo che, mangiando il parmigiano abbinato alla rucola, possiamo apportare al nostro corpo la giusta quantità di calcio. Invece ricordiamoci che le fibre impediscono l’assorbimento del calcio.

 

                                              5. La verdura dopo la pasta

Spesso l’ordine è ciò che conta: non bisogna mangiare prima la pasta e poi le verdure. Queste ultime dovrebbero rappresentare la maniera migliore per iniziare un pasto. La regola vale soprattutto per chi soffre di glicemia: mangiando le verdure prima, attraverso le fibre si rallenta l’assimilazione degli zuccheri e quindi si può mantenere meglio sotto controllo la glicemia nel sangue.


                                       6. Bibita gassata dopo i fritti

 

Una bevanda gassata dopo le patatine fritte, come siamo soliti fare al fast food, non è affatto utile. I fritti, da mangiare assolutamente con moderazione, non fanno altro che aumentare i livelli di infiammazione nel nostro corpo. Si potrebbe rimediare con una spremuta di arance, che agisce come una specie

di “filtro” rendendo i fritti meno dannosi.

 

                                       7. Cuocere troppo la carne

 

La carne alla griglia deve essere cotta in maniera adeguata, affinché non diventi cancerogena. Non bisogna cuocere ad alte temperature, nemmeno alla piastra, perché altrimenti c’è il rischio di produrre sostanze tossiche.



                                                 8. Bollire le verdure

 

Per bollire le verdure si dovrebbe utilizzare la pentola a pressione, perché soltanto in questo modo si possono ridurre i tempi di cottura e si evita di disperdere tutte le vitamine e i sali minerali.

Bollire gli ortaggi nell’acqua è un errore.

 

                                                  9. Sale in eccesso

 

Non bisogna esagerare con il sale, può provocare numerosi problemi, soprattutto per le persone che soffrono di ipertensione. 

Da usare con moderazione.



Finito l’inverno eccoci alla temutissima prova costume!

Con l’arrivo del caldo quasi la metà degli italiani ha deciso di mettersi a dieta per affrontare la prova costume.

Un palese fenomeno ricorrente in questo periodo è l'ondata di iscrizioni nelle palestre di persone che durante tutto l'inverno hanno pensato solo ad ingozzarsi di cibi cosiddetti "spazzatura", seduti sul divano davanti alla televisione e utilizzando l'automobile anche solo per andare a  comprare il pane nel market dietro casa.

Alimentazione squilibrata e inattività fisica: questi i due princìpi fondamentali su cui si basa la filosofia di vita di molti di noi per la maggior parte dell'anno.

Abitudini di questo tipo comportano, inevitabilmente, oltre che un aumento del peso corporeo (tutto a carico della massa grassa), un deficit anche per quello che riguarda la forma fisica: si accusa molta fatica nel fare una breve passeggiata o addirittura nel salire alcuni gradini, aumentando così nel tempo il rischio di problematiche cardiovascolari (affaticamento cardiaco e scarsa circolazione sanguigna), del tessuto scheletrico (problemi alle articolazioni e alla colonna vertebrale) e al tessuto muscolare con conseguente ipotonicità  e scarsa forza dei muscoli, cause dei più comuni e noti dolori: mal di schiena, cervicalgie e chi più ne ha più ne metta, per non parlare poi dei problemi di carattere posturale.

Quelli che rischiano di più sono i lavoratori che passano gran parte del tempo seduti (impiegati, autisti ecc) oppure in piedi (cassiere, commesse, baristi ecc).


Ricorrere a drastiche diete consente una perdita di peso, ma tutta a carico della massa magra con il rischio concreto a fine stagione di avere il cosiddetto effetto yo-yo, riacquistando oltre che il vecchio peso anche una percentuale di massa grassa maggiore rispetto all'inizio del lavoro, poiché si ha anche un rallentamento del metabolismo basale. 


Non è trascurabile nemmeno l’aspetto “morale”,  essere sereni quando

ci si guarda allo specchio e sentirsi in forma è elemento determinante

per il rapporto di fiducia con se stessi, parte importante del carburante energetico per poter affrontare la complessità della vita. 

Non abbattersi continuando a usare il cibo in modo consolatorio, non rinunciare al mare decidendo che la montagna è molto meglio quando

in realtà non ci piace, non fare confronti con le modelle/i che riempiono

 le pagine dei giornali. Al contrario, imparare ad amarsi e reagire. 


Questo sito è a disposizione di chiunque voglia informazioni per iniziare un programma di dimagrimento personalizzato senza rischi ne sacrifici, che permetterà di ottenere buoni  risultati in breve tempo.

il lato amaro dello zucchero

Chi di noi non utilizza lo zucchero? è il dolcificante per eccellenza e non manca mai nella nostra casa. Lo utilizziamo in quantità molto elevate e, non sempre, in modo consapevole.

Lo stesso vale per le bibite come la Coca Cola, i succhi di frutta, il the…

In commercio lo zucchero è un po’ ovunque, ma il business ed i piccoli peccati di gola spesso non vanno a braccetto con la salute. Lo zucchero che tanto amiamo è un prodotto chimico al 100% ed è molto dannoso per

il nostro corpo.

Le sostanze zuccherine sono alimenti importantissimi della nostra dieta poiché  rappresentano la fonte primaria per la produzione di energia che serve a far funzionare correttamente tutto il nostro organismo, incominciando dal cervello fino a finire con i muscoli e per questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la natura ha loro fornito per cedere al nostro corpo, durante il processo dell’assimilazione, la loro ricchezza. Ma lo zucchero bianco, così come viene attualmente prodotto, è una sostanza innaturale e dalle caratteristiche tossiche.

Quanti dei consumatori abituali di zucchero sono a conoscenza che stanno mangiando una miscela contenente calce, resine, ammoniaca, acidi vari e “tracce” di barbabietola da zucchero?

Che cosa è rimasto del primo succo scuro ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligo-elementi che avrebbero dato tutto il loro benefico apporto di vita, di energia e di salute?

Nulla! Anzi, per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il Calcio e il Cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutta dalla raffinazione. E le conseguenze di tale processo digestivo sono terribili.


Cominciamo con il chiarire alcune cose a partire dal fatto che quando si usa il termine “zuccheri”, nelle questioni relative alla nostra salute e ai danni che essa può subire, ci si riferisce al suo significato più noto, e cioè sia a quello bianco raffinato, tratto dalla barbabietola, o a quello scuro tratto dalla canna da zucchero, sia a quello contenuto nella miriade di dolci, conserve e caramelle, insieme a quei prodotti ai quali la società odierna ci ha assuefatto, come le merendine, i liquori e soprattutto le bevande commerciali dolcificate o che usano lo sciroppo di mais.

ciò che solitamente non viene spiegato, perlomeno non come dovrebbe, è il fatto che lo zucchero così come lo conosciamo noi sulle nostre tavole, non ha nulla a che fare con quel carburante per il corpo, anzi, nel suo processo di trasformazione industriale perde tutte le sostanze vitali, vitamine e sali minerali compresi, caricandosi al contrario di elementi tossici.

Le fasi della lavorazione industriale sono complesse e richiedono la cottura, il raffreddamento, la cristallizzazione e la centrifugazione, e provocano di fatto la perdita delle sostanze nutritive: il succo zuccherino che si ottiene dalla barbabietola o dalla canna da zucchero viene depurato con il latte di calce, e già qui decadono tutte le sostanze organiche come le proteine e i sali minerali. Poi, per eliminare la calce utilizzata viene trattato con anidride carbonica. A questo punto subisce anche un trattamento con acido solforoso che serve ad eliminare il colore scuro. Da qui si passa ad una fase successiva nella quale lo zucchero viene filtrato con il carbone animale, un tipo di carbone ottenuto dalla combustione delle ossa animali e che viene utilizzato persino nel filtraggio del petrolio. A questo punto lo zucchero filtrato viene colorato con dei coloranti chimici come il blu oltremare e il blu idantrene, e va ricordato che quest’ultimo proviene dal catrame, che sappiamo bene essere cancerogeno. Il prodotto finale perciò è quella sostanza cristallina bianca che, oltre a infinitesimali tracce di barbabietole o di canna da zucchero, ha principalmente calce, resine, ammoniaca e acidi vari.


L’ effetto immediato del saccarosio, (zucchero da cucina) è il rapido aumento della % di glucosio nel sangue (la glicemia).

Se la glicemia si mantiene nei valori normali non vi sono problemi; anzi, è utile perchè l’ organismo ha a disposizione una riserva energetica che può utilizzare in situazioni di sforzo eccessivo, sia fisico che mentale.

Cosa accade, invece, quando la glicemia supera i valori normali?

per abbassarla, il pancreas produce insulina

la produzione di insulina fa diminuire repentinamente la glicemia

la repentina diminuzione della glicemia scatena una serie di meccanismi biochimici che comportano la comparsa degli stimoli della fame

La conseguenza di questi 3 eventi è che siamo portati a mangiare di più e quindi più esposti al rischio di andare in sovrappeso.

Se la glicemia aumenta in maniera spropositata, nonostante il pancreas produca insulina, rimarrà elevata; inoltre, gran parte del glucosio in eccesso viene utilizzato per la sintesi dei grassi. Risultato: diabete e sovrappeso.


VEDIAMO QUINDI PERCHE' LO ZUCCHERO ANDREBBE ELIMINATO DALLA NOSTRA DIETA

Il nostro corpo, anche se non digerisce lo zucchero, deve in qualche modo metabolizzarlo. Scattano così due meccanismi automatici: produzione di insulina e di androgeni, i quali vanno a stressare il nostro fegato.

Lo zucchero aumenta il rischio del diabete. Motivo ben conosciuto e per il quale tutti i medici consigliano di diminuire al minimo indispensabile l’utilizzo dello zucchero.

Lo zucchero fa proliferare la candida nel nostro corpo. si tratta di un fungo che attacca principalmente le parti intime ed è difficile da rimuovere, soprattutto a causa della scorretta alimentazione.

Aumenta il rischio delle emorroidi, la spiacevole infiammazione del tratto anale che può negli anni peggiorare, soprattutto se ad accompagnarle

vi è la candida.

Crea acidità, promuovendo anche la gastrite.

E per concludere il quadro degli effetti dannosi dovuti dallo zucchero:

il nostro sistema immunitario viene compromesso, i batteri proliferano, vitamine e minerali vengono rimossi dal corpo.

 

A lungo andare uno dei sistemi più  colpiti è  proprio il sistema immunitario, poiché  l’esaurimento delle forze e delle energie si traduce in una minore capacità  di risposta alle aggressioni esterne e nella tendenza ad ammalarsi. Quando mangiamo 50 gr. di zucchero bianco, la capacità  fagocitaria dei globuli bianchi si riduce del 76% e questa diminuzione del sistema di difesa dura circa 7 ore.

Le gravi malattie che oggi affliggono l’umanità  (cancro, AIDS, sclerosi, malattie autoimmuni, ecc.) nascono proprio da un indebolimento immunitario del quale lo zucchero bianco e l’alimentazione raffinata sono corresponsabili.

I danni dello “squisito veleno” bianco sono tanti altri ancora e a tutti i livelli: per esempio circolatorio (con l’aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, pancreatico (poichè l’organo che gestisce gli zuccheri

è  il pancreas), ponderale (con l’aumento di peso e l’obesità),  cutaneo.

Quasi tutte queste malattie potrebbero essere prevenute sostituendo lo zucchero bianco con quello vergine integrale di canna o con miele, sempre vergine integrale. Come sostituto dello zucchero bianco raffinato si può usare del fruttosio, del miele, della melassa e del “vero” zucchero di canna. Dico vero perché  qualcuno è arrivato a tostare leggermente lo zucchero bianco al fine di dargli una doratura che lo fa sembrare zucchero di canna. Si deve anche considerare che i due cucchiaini di zucchero nel caffè  non fanno male a nessuno;  lo zucchero diventa pericoloso quando se ne assume molto, per esempio prendendo un dessert dopo mangiato e così via. Pertanto si dovrebbe cercare innanzitutto di ridurne il consumo. Il consumo dello zucchero, come esposto  sopra, in questi ultimi decenni è andato aumentando in modo vertiginoso. Questo, purtroppo, ha causato l’abitudine al sapore dolce, un’abitudine altrettanto nociva di quella del fumo o dei superalcolici.


                                              LO ZUCCHERO DI CANNA

Nonostante la buona reputazione che sembra avere questo tipo di zucchero, non dobbiamo pensare che ci siano molte differenze rispetto allo zucchero di barbabietola. Le sue proprietà sono molte, ma, per quanto riguarda la sua struttura chimica, le due tipologie di zucchero  possono essere considerate senza alcuna differenza. Lo stesso discorso vale anche per le calorie e per l’impatto sull’organismo. Lo zucchero di canna, quindi, non è migliore dello zucchero ricavato dalla barbabietola.

Molti pensano che lo zucchero di canna sia, in generale, integrale. In realtà non è così. Quello che si trova comunemente in commercio è raffinato, dal momento che ha subito molti processi di lavorazione anche con l’utilizzo di sostanze chimiche, proprio come succede nel caso dello zucchero di barbabietola. Spesso può capitare anche che il colore ambrato venga reso ancora più evidente con l’integrazione di un colorante, l’E150.

Per quanto riguarda le calorie, 100 grammi di zucchero di canna grezzo contiene 377 kilocalorie, solo 15 in meno rispetto a quello di barbabietola.

Alla luce di tutte queste considerazioni, possiamo, comunque dire che le proprietà dello zucchero di canna, in particolare quello integrale, sono molteplici: contiene molti nutrienti, dal momento che è ricco di vitamine e minerali.

Quindi, zucchero di canna grezzo o integrale. Entrambi sono privi di glutine, e possono essere assunti anche in caso si soffra di celiachia.

Le controindicazioni dello zucchero di canna devono essere ricondotte, nello specifico, agli aspetti negativi delle sostanze zuccherine. Chi soffre di diabete dovrebbe prestare molta attenzione a consumare zucchero di canna. Essendo un saccarosio, questa sostanza viene scissa in due componenti all’interno del nostro corpo, il fruttosio e il glucosio. Quest’ultimo viene assorbito dall’organismo, proprio come succede nel caso dello zucchero di barbabietola. Bisogna, quindi, allo stesso modo, fare attenzione a non assumerne molto, in caso di diabete.

Questo zucchero va evitato se si soffre di candidosi, perché la Candida albicans, responsabile dell’infezione, si nutre di saccarosio e prolifera in questo modo. Solitamente nel caso di questa malattia si devono evitare tutti gli zuccheri semplici. Ricordiamoci, inoltre, che proprio questi ultimi non dovrebbero avere molto spazio nella nostra dieta quotidiana, dal momento che causano un aumento della glicemia.

 

                                                              IL MIELE

Il miele rispetto allo zucchero ha un potere calorico inferiore,  100 gr di zucchero forniscono circa 400 kcal mentre il miele ne apporta poco meno di 300, quindi il 25% in meno.

Ma soprattutto ha un potere di indice glicemico, molto ma molto più basso, quasi la metà. Questo impedisce il picco glicemico. Di conseguenza il potere ingrassante che ha il miele è di gran lunga inferiore a quello dello zucchero. Il miele per i golosi è da sostituire allo zucchero.

la grossa differenza che intercorre tra miele e zucchero è la sua ricchezza nutritiva, esso è ricco di enzimi prodotti dalle api estraendole dai fiori, viene quindi da se che ogni miele fa un caso a se, ognuno è ricco di enzimi differenti e valori organolettici tipici di quel fiore da cui esso deriva.

ma è pur vero che il miele contiene glucosio uno zucchero dall’altissimo potere dolcificante e con un picco glicemico altissimo, ma non è come lo zucchero bianco o quello di canna, che hanno un indice glicemico che arriva a 125 mentre il miele varia da 50 a 95 molto dipende dalla tipologia, ad esempio il miele di castagno è quello con l’indice glicemico più basso essendo anche quello meno dolce.


Il Miele e il Diabete

Il Miele essendo uno zucchero è da prendere con le molle in caso di diabete, ma è pur vero che  ha una curva glicemica molto più bassa.  Per un diabetico è da preferire il miele di acacia o quello di castagno dato che ha un maggior quantità di fruttosio rispetto al glucosio. I due mieli menzionati hanno un indice glicemico di circa 50 mentre gli altri arrivano anche a 100

Il miele è inoltre più dolce (ha un potere dolcificante superiore) e ciò consente di impiegarne quantità inferiori rispetto allo zucchero. Per non parlare poi delle calorie: 304 Kcal per 100 grammi di miele contro le 392 dello zucchero tradizionale e le 362 dello zucchero di canna.



II miele è un alimento naturale, ideale per l’alimentazione di ogni età e per chi non può e non sa rinunciare ai dolci. Da prediligere di sicuro allo zucchero sia bianco che di canna, è chiaramente da consumare senza esagerare, un cucchiaio di miele apporta circa 120 kcal  ed anche se ha un indice glicemico basso è sempre un alimento dolcificante.

 

L’importante suggerimento di oggi è un integratore che vi aiuterà

in breve tempo a riequilibrare gli zuccheri nell’organismo, agendo

su quelli depositati nel tempo e assorbendo quelli che vengono ingeriti quotidianamente.


                                     THERMOJETICS YELLOW


integratore completamente naturale, contiene Garcinia Cambogia, antico frutto indiano usato da secoli, fonte naturale di acido idrossicitrico, che frena la sintesi di acidi grassi destinati ad aumentare i depositi adiposi e cromo , un oligominerale essenziale  che favorisce la naturale regolazione dei livelli di zucchero nell’organismo.


Col passare degli anni l’organismo trattiene sempre meno cromo  e pur essendo presente  in diversi alimenti, dagli stessi, sottoposti a raffinazione come lo zucchero, il riso, la farina, il cromo viene eliminato o drasticamente ridotto.

Partecipa in maniera determinante alla regolazione del tasso di zuccheri (glucosio) nel sangue: la presenza della giusta quantità di questi zuccheri nel cervello, che ne abbisogna più di altri organi, induce una sensazione di sazietà che frena la reiterata emissione di “messaggi” di richiesta di cibo.

 

particolarmente indicato a chi fa uso quotidiano di pane, pasta, riso, patate ecc.


Le informazioni sopra riportate sono solo a scopo informativo

Queste potrebbero riportare errori e/o omissioni. Pertanto ogni utilizzo improprio è a proprio rischio e pericolo. Si ricorda, altresi, che gli integratori alimentari non sono prodotti curativi e pertanto non possono vantare alcuna proprietà terapeutica. Le indicazioni, presenti sul sito, fanno riferimento all'impiego per il sostegno dell'organismo in periodi particolarmente difficili.

 

Nota: ausilio informazioni dal web

L'IMPORTANZA DEL GRUPPO SANGUIGNO NELL'ALIMENTAZIONE: QUARTA ED ULTIMA PARTE

Oggi tratteremo in sintesi il quarto ed  ultimo gruppo sanguigno :

 IL GRUPPO AB: L'UOMO DELL'ERA MODERNA

STORIA: il gruppo AB è ancora oggi il più raro. E' l'ultima trasformazione del sangue umano e, piuttosto che da un'esigenza evolutiva, ebbe origine circa 1.000 anni fa nella zona del Caucaso dalla mescolanza tra le popolazioni nomadi, prevalentemente di gruppo B, e quelle stanziali, prevalentemente di gruppo A.

Il gruppo AB è una miscela tra i due gruppi "genitori" e questa eredità può essere in alcuni casi un punto di forza e in altri un grande limite. E’ protetto da malattie autoimmuni poiché il sistema immunitario non è indotto ad attaccare parti del proprio organismo. Lo svantaggio è la tendenza a non attivarsi nemmeno in presenza di cellule mutanti del proprio sistema, esponendosi maggiormente ai tumori. Le sue caratteristiche immunitarie lo hanno protetto durante le grandi epidemie medievali, come il tifo e la peste. E' invece maggiormente soggetto alle infezioni batteriche delle vie respiratorie, alle infezioni da Candida e ai parassiti intestinali, mentre risulta ben protetto dai virus del raffreddore.

Ha un apparato digerente piuttosto sensibile, in grado di tollerare solo i cibi vantaggiosi per entrambi i gruppi A e B, con debite eccezioni come i pomodori e  il frumento che però, in dosi eccessive, possono causare aumento di peso.

Il gruppo AB è relativamente giovane, raro e anche biologicamente complesso, è posseduto solo dal 2,5 % della popolazione.

In linea di massima, la maggior parte dei cibi dannosi per il gruppo A o B sono dannosi anche per il gruppo AB con qualche eccezione.


La perdita di peso

La predisposizione genetica a consumare la carne (caratteristica del gruppo B), resta insoddisfatta nel gruppo AB poiché le cellule del suo stomaco secernono, come nel gruppo A, scarse quantità di acido cloridrico e di ormoni ad esso collegati: una condizione che rende difficile la digestione della carne. Per una diminuzione di peso, il gruppo AB deve quindi ridurre drasticamente il consumo di carne. Anche il consumo dei fagioli di Spagna e di Lima, del granoturco, del grano saraceno o dei semi di sesamo devono essere evitati, come nel gruppo B, poiché limitano l'efficienza dell'attività insulinica a favore del metabolismo dei carboidrati. Sebbene il gruppo AB tolleri bene i cibi a base di frumento, deve tuttavia limitarne il consumo perché renderebbe il suo tessuto muscolare troppo acido, mentre il metabolismo del gruppo AB è più efficiente in condizioni alcaline.


Favoriscono l'aumento di peso

carne rossa, fagioli di Spagna, granoturco, grano saraceno perché i loro grassi vengono scarsamente metabolizzati alterando la flora del tratto intestinale

fagioli e di Lima perché limitano l'efficienza dell'attività insulinica per il metabolismo dei carboidrati

frumento perché limitano l'efficienza dell'attività insulinica e l'alcalinità muscolare

 

Favoriscono la diminuzione di peso

pesce perché attiva il metabolismo

latte e formaggi perché migliorano la produzione d'insulina

ortaggi a foglia verde perché attivano il metabolismo

ananas perché stimola la motilità intestinale


Alimenti particolari e gruppo AB

 

Carne e pollame

La bassa acidità gastrica non permette di digerirla bene, se non assumendone ridotte quantità e in modo poco frequente. Da preferire, comunque, la carne di agnello di coniglio e di tacchino.

 

Il pesce e i crostacei

Sono un'ottima fonte di proteine per il gruppo AB. Da evitare solo le acciughe, l'anguilla, i gamberi, le ostriche, il polpo, la spigola, il salmone affumicato, le vongole.

 

Il latte, i latticini e le uova

In questo caso, la componente B assume un ruolo dominante nei confronti della A. Via libera perciò allo yogurt e ai formaggi magri. La componente A, tuttavia, tende a produrre un eccesso di muco responsabile dei disturbi respiratori, di sinusiti e otiti. In presenza di questi problemi e nell'ipercolesterolemia, ridurre il consumo dei prodotti caseari stagionati, del burro e delle uova.

 

Oli e grassi

Il gruppo AB deve privilegiare l'olio di oliva, l'olio di mais  solo a crudo; l'olio di arachidi solo nella frittura

 

La frutta secca

Da limitarne il consumo perché tende a ridurre  l'attività dell'insulina e quindi il metabolismo dei carboidrati

 

I legumi

Sono da evitare solo i fagioli di Spagna e di Lima, i ceci, i fagiolini con l'occhio e le fave.

 

I cereali

Il gruppo AB tollera bene i cereali. Unico a creare qualche problema è il frumento perché potrebbe favorire l'eccesso di muco, specie in soggetti con problemi del tratto respiratorio, dei seni nasali e dell'orecchio. E' bene, tuttavia,  limitare  il consumo di pasta a una o due volte la settimana.

 

Gli ortaggi

Gli ortaggi freschi sono  addirittura essenziali perché riducono il rischio cardiovascolare a cui è sottoposto. E' bene assumerli anche più volte al giorno. Anche i pomodori, mal tollerati in A o in B, non creano problemi. Qualche problema dai carciofi, il mais, i peperoni, le olive nere, i rapanelli.

 

La frutta fresca

Il tipo AB deve privilegiare i frutti più alcalini come l'uva, le prugne e i frutti di bosco. Da evitare le arance perché irritanti lo stomaco e quindi in grado di interferire con l'assorbimento di alcuni minerali indispensabili. Il pompelmo e il limone, invece, nel momento della digestione sviluppano un certo grado di alcalinità e quindi possono essere assunti senza problemi. La banana produce problemi di assorbimento ; al suo posto, per una buona fonte di potassio, sono da consumare le albicocche, i fichi e il melone.

 

I succhi e le bevande

E’ buona regola per questo gruppo iniziare la giornata bevendo un bicchiere di acqua insaporita col succo di mezzo limone, atto ad eliminare l'eccesso di muco. Altre bevande da preferire sono il succo di carote, di ciliege, di mirtilli, di uva, di papaia.

 

Le spezie

 limitare l'assunzione di sale di sodio e l'aceto; evitare il pepe, l'aglio, il curry, il prezzemolo.

 

Le conserve e le salse

Da evitare tutti i cibi in salamoia e sottaceto nonché il ketchup che contiene aceto.

 

Gli infusi e le bevande

Il gruppo AB deve stimolare il suo sistema immunitario troppo pigro anche con infusi  di biancospino, di camomilla, di rosa canina. Ottimo il vino rosso per la sua attività sulle arterie in grado di ridurre il rischio cardiovascolare; anche una o due tazzine di caffè perché aumenta l'acidità e quindi la digestione gastrica e contiene i medesimi enzimi presenti nella soia. Per ottenere il massimo dei vantaggi, è consigliabile alternare regolarmente caffè e tè verde.



Nota: ausilio informazioni : Studi P.J. D'Adamo

 


Appuntamento al prossimo articolo che tratterà

LO ZUCCHERO ed i suoi pericoli


Le informazioni sopra riportate sono solo a scopo informativo

Queste potrebbero riportare errori e/o omissioni. Pertanto ogni utilizzo improprio è a proprio rischio e pericolo. Si ricorda, altresi, che gli integratori alimentari non sono prodotti curativi e pertanto non possono vantare alcuna proprietà terapeutica. Le indicazioni, presenti sul sito, fanno riferimento all'impiego per il sostegno dell'organismo in periodi particolarmente difficili.

 

L'IMPORTANZA DEL GRUPPO SANGUIGNO NELL'ALIMENTAZIONE: TERZA PARTE

Oggi tratteremo in sintesi il terzo gruppo sanguigno:


IL GRUPPO B: IL NOMADE

STORIA: circa 15-10.000 anni fa, nella zona dell'Himalaya, ebbe origine il terzo gruppo sanguigno, il gruppo B.

Il clima ostile e il territorio inospitale minacciavano seriamente la sopravvivenza delle popolazioni locali. Questi uomini non potevano procurarsi il cibo con la caccia, per la penuria di selvaggina, ne esclusivamente con l'agricoltura, per l'aridità del terreno. La pastorizia e i prodotti caseari divennero un'importante fonte di sostentamento e la vita nomade fu la conseguenza della ricerca di pascoli per il bestiame.

L'uomo, che in origine non era strutturato per resistere a lunghi periodi di carestia e alle infezioni procurate dal freddo, sopravvisse grazie ad una rapida ma crudele selezione naturale che favorì esemplari straordinariamente resistenti a condizioni di vita estreme.

Come già spiegato, la chiave del successo di ogni processo evolutivo è la capacità di adattamento a nuove risorse alimentari e l'abilità a sconfiggere nuove malattie.

Anche in questo caso, le popolazioni nomadi mutarono il proprio organismo in questa direzione: il nuovo gruppo sanguigno presentava un antigene compatibile con le proteine del latte e dei prodotti caseari fermentati, l'apparato digerente era strutturato per assorbire facilmente cibi con caratteristiche differenti tra loro, come carne, cereali e latticini,

e accumulare scorte energetiche da utilizzare nei periodi di carestia e, infine, il sistema immunitario risultava estremamente efficiente.

Il gruppo B, quindi, appartiene al filo genetico dei gruppi umani divenuti nomadi e pastori, il cui organismo era portato ad adattarsi a sempre nuove culture. E' dotato di caratteristiche uniche e con un sistema immunitario più evoluto e vigile e quindi in grado di resistere ai cambiamenti e alle aggressioni che colpiscono le società più sviluppate, come i disturbi cardiovascolari e tumori.


Potremmo così riassumere il profilo del tipo B:

ha un apparato digerente efficiente

ha un sistema immunitario vigile

si adatta bene ai cambiamenti dietetici

preferisce il latte e i prodotti caseari

reagisce allo stress equilibrando l'attività mentale e fisica

La dieta del gruppo B è quindi molto bilanciata, comprendendo il meglio del regno animale e vegetale.

 

La perdita di peso

Per evitare l'aumento di peso il gruppo B deve astenersi da granoturco e da grano saraceno poichè interferiscono con l'attività insulinica ostacolando il metabolismo e provocando ipoglicemia. Come il gruppo 0, non tollera il frumento. La tiroide invece funziona bene e i prodotti caseari sono ben tollerati.


 

Favoriscono l'aumento di peso

granoturco, lenticchie, grano saraceno, frumento perché riducono l'attività insulinica

arachidi perché riducono l'attività insulinica e la funzionalità epatica

Favoriscono la perdita di peso

ortaggi verdi, carne, fegato, uova e latticini perché attivano il metabolismo

 

 


Alimenti particolari per il gruppo B 

La carne e il pollame

Sembra che la carne bovina rossa sia alla base delle malattie autoimmunitarie e dell'astenia che colpisce il gruppo B. I suoi antenati si adattavano meglio alla carne di pastorizia. Anche la carne di animali più domestici è poco indicata.

Da preferire agnello, coniglio, montone

Indifferenti fagiano, tacchino, vitello

Da evitare manzo, anatra, maiale, oca, pollo, quaglie, salumi in genere

 

 

Il pesce, i crostacei e i frutti di mare

Il pesce è un ottimo alimento per il gruppo B, specie di acque fredde e profonde (merluzzo, salmone etc)  atti a proteggere le arterie e ad abbassare il livelli di colesterolo nel sangue. Granchi, aragosta e frutti di mare sono invece sconsigliati, dannosi per il gruppo B.

Da evitare acciughe, anguilla, aragosta, cozze, gamberi, granchi, lumache, ostriche, polpo, rane, spigola, salmone affumicato, vongole.

 

Gli oli e i grassi

Sono da evitare l'olio di arachide, di girasole, di sesamo e di mais.

 

I legumi

Da evitare i ceci, i fagioli con l'occhio e le lenticchie perché interferiscono con l'attività insulinica del gruppo B.

 

I cereali e i prodotti da forno

Sono ben tollerati, ad eccezione del frumento.

Da evitare  pane di cerali misti, di frumento integrale e di soia.

Indifferente il pane di segale, di farro e di altri cereali.

 

Gli ortaggi

Il gruppo B può usare una grande quantità di ortaggi eccetto i pomodori  mal tollerati dalla parete gastrica, il mais, che interferisce con l'efficienza dell'insulina e quindi alterano il metabolismo dei carboidrati e le olive che contengono dei funghi microscopici potenzialmente responsabili per i gruppo B di reazioni allergiche. Da limitare anche i carciofi, i ravanelli, la zucca.

Poiché il gruppo B tende ad essere più vulnerabile per le infezioni virali e

le malattie autoimmunitarie, è necessario che privilegi molto le verdure a foglia verde, ricche di magnesio, un minerale che aiuta l'organismo a combattere l'affaticamento e quindi a salvaguardare le difese immunitarie.

 

 

La frutta fresca

Da evitare solo l'avocado, i cachi, i fichi d'india, la noce di cocco.

 

La frutta secca

i semi di arachide, i pistacchi e i pinoli sono da evitare perché dannosi

per il gruppo B.

 

Nota: ausilio informazioni : Studi P.J. D'Adamo


                   Appuntamento al prossimo articolo con l'ultimo gruppo:

Il gruppo AB, l'uomo dell'era moderna.


Le informazioni sopra riportate sono solo a scopo informativo

Queste potrebbero riportare errori e/o omissioni. Pertanto ogni utilizzo improprio è a proprio rischio e pericolo. Si ricorda, altresi, che gli integratori alimentari non sono prodotti curativi e pertanto non possono vantare alcuna proprietà terapeutica. Le indicazioni, presenti sul sito, fanno riferimento all'impiego per il sostegno dell'organismo in periodi particolarmente difficili.

 

L’IMPORTANZA DEL GRUPPO SANGUIGNO NELL’ALIMENTAZIONE: seconda parte

Eccoci nuovamente a parlare dell’importanza di alimentarsi basandosi 

sul ceppo di discendenza.

  

                         Oggi tratteremo in sintesi                                                IL GRUPPO A: IL CONTADINO

STORIA: il gruppo A apparve 20.000 anni fa, come risultato dell'adattamento dell'uomo cacciatore alla necessità di trovare nuove fonti di sostentamento a causa dello scarseggiare della selvaggina.

Alcuni uomini impararono prima a cibarsi di frutti selvatici e poi a coltivare la terra, trasformandosi da carnivori a vegetariani; inoltre, divenuti sedentari, si organizzarono in comunità sempre più numerose, esponendosi a un rischio maggiore di contrarre malattie trasmissibili dai propri simili.

 

Si trattò di un enorme cambiamento al quale questi uomini non sarebbero sopravvissuti senza un adeguamento delle proprie caratteristiche fisiche: il processo evolutivo innescato selezionò esemplari capaci di sfruttare al meglio i nutrienti dei vegetali e di difendersi efficacemente contro le infezioni da contagio. Tutto questo non sarebbe potuto succedere senza una mutazione delle caratteristiche del sangue (che svolge un ruolo fondamentale per il buon funzionamento dell'apparato digerente e del sistema immunitario, generando un nuovo gruppo sanguigno: il gruppo A.


Gli appartenenti al gruppo A hanno ereditato dai propri predecessori

una scarsa tolleranza delle proteine di origine animale e un sistema immunitario efficace contro le infezioni virali e resistente ai cambiamenti ma debole verso le malattie di tipo batterico (es.: bronchite) e poco attento nei confronti delle cellule tumorali che non riconosce immediatamente come nemiche.

 

Anche le esigenze fisiche del nuovo uomo cambiarono: mentre l'uomo cacciatore necessitava di grande forza e resistenza fisica per portare a termine con successo estenuanti battute di caccia, l'uomo contadino svolgeva attività che richiedevano soprattutto pazienza, resistenza e spirito di solidarietà. Tutto questo si può ritrovare oggi nella tipica insofferenza degli appartenenti al gruppo A verso ogni tipo di situazione stressante. Per questo motivo, gli eredi dei primi uomini contadini dovrebbero scegliere attività fisiche che prediligano costanza, resistenza

e concentrazione, come le arti marziali e lo yoga che favoriscono il rilassamento, ma anche stretching, ciclismo e nuoto.

 

Caratteristiche del tipo A

Le persone di tipo A  ricevono maggiori effetti benefici assumendo una dieta vegetariana, in particolare con cibi naturali e freschi, appartenendo  al filo genetico dei primi stanziamenti agricoli e dell'addomesticamento degli animali.

 

Potremmo così riassumere il profilo del tipo A

è il primo vegetariano: necessita di un'alimentazione contadina per

restare in linea e conservare energia.

ha un apparato digerente sensibile

ha un sistema immunitario troppo tollerante e poco vigile

si adatta bene a condizioni ambientali e dietetiche stabili

 

reagisce bene allo stress praticando attività rilassanti

 

Il tipo A è predisposto ai disturbi dell'apparato cardiovascolare e all'iperglicemia, a causa di una minore attività dell'insulina pancreatica. Dopo aver assunto cibi inadatti (carne rossa), il suo apparato renale svolge minore attività con ritenzione di liquidi, il suo apparato digerente ha un processo digestivo più lento e in generale si sente intorpidito e stanco.

Il gruppo A, al contrario del gruppo 0, soffre in particolare di una minore acidità nella cavità gastrica che non permette una totale demolizione delle proteine della carne. Anche i latticini rallentano il suo metabolismo e poiché sono ricchi di grassi saturi, si rivelano un pericolo per la parete delle arterie.

 

Il frumento è considerato ambivalente: se ingerito in eccessiva quantità provoca un'acidità eccessiva a livello dei muscoli determinando un maggiore affaticamento.

 

determinano l'aumento di peso

carne perché viene digerita male e favorisce accumulo di grassi e tossine

latte e latticini perché rallentano il metabolismo delle altre sostanze nutritive

fagioli di spagna e di lima perché interferiscono con gli enzimi digestivi e rallentano il metabolismo

il frumento in eccesso perché inibisce l'attività dell'insulina e ostacola l'utilizzazione delle calorie

 

favoriscono la perdita di peso

oli vegetali perché rendono la digestione più efficiente e prevengono la ritenzione di liquidi

alimenti a base di soia perché rendono la digestione più efficiente e vengono metabolizzati rapidamente

gli ortaggi perché vengono metabolizzati rapidamente e aumentano la motilità intestinale

l'ananas perché aumenta l'utilizzazione delle calorie e la motilità intestinale.

 

Alimenti particolari per il gruppo A

 

La carne e pollame

Per raggiungere i maggiori benefici, il tipo A dovrebbe eliminare tutti i tipi di carne dalla dieta; tuttavia basta aumentare il consumo di pesce e preferire la carne più magra come il pollo e il tacchino al forno o alla griglia. Stare alla larga dagli insaccati perché contengono i nitriti, mal tollerati dal tipo A in possesso di succhi gastrici poco acidi.

Evitare agnello anatra coniglio cuore fegato maiale manzo oca salumi vitello

Indifferenti pollo, tacchino

 

Il pesce i crostacei

Il tipo A può assumere il pesce in modiche quantità tre o quattro volte la settimana ma deve evitare alcuni pesci come la sogliola che può irritare il suo sistema digestivo.

Da preferire cernia, merluzzo, ombrina, salmone, sardine, sgombro, trota

Indifferenti  luccio, palombo, pesce spada, spigola, tonno, trota salmonata

Meglio evitare anguilla, aragosta, aringa, calamari, cozze, gamberi, nasello, ostriche, persico-spigola, polpo, sogliola, vongole

 

Il latte, i latticini e le uova

Il tipo A tollera piccole quantità di formaggi fermentati ma deve evitare prodotti caseari a base di latte intero e limitare il consumo di uova.  Se il tipo A soffre di asma bronchiale o di bronchite cronica, le reazioni allergiche tendono ad aggravarsi all'ingestione di latticini.

Da preferire formaggio e latte di soia

Indifferenti gelato allo yogurt, mozzarella magra, ricotta magra, yogurt alla frutta e magro

Meglio evitare burro, camembert, emmental, formaggini, formaggio fresco, gelato con il latte intero, gorgonzola, latte intero e scremato, parmigiano provolone.

 

Gli oli e grassi

Il tipo A non necessita di un grande apporto di grassi, al contrario deve limitarli, un cucchiaio d'olio di oliva al giorno sull'insalata o sulla verdura contribuisce a una migliore funzionalità del processo digestivo.

 

I legumi

Il tipo A prospera ingerendo le proteine contenute nei legumi. Tuttavia i fagioli bianchi di Spagna, quelli di Lima, i fagioli rossi e i ceci sarebbero da evitare perché potrebbero ridurre la produzione dell'insulina e favorire l'iperglicemia.

 

I cereali

Il tipo A si adatta bene a una dieta a base di cereali ma deve preferire i prodotti meno raffinati. Il glutine di frumento, in particolare, produce un'eccessiva quantità di acido che potrebbe danneggiare il suo sistema muscolare. In quel caso assumere frutta che genera un aumento di alcalinità.

Da preferire grano saraceno, dolci di riso, pane di soia, farina d'avena di segale di riso.

Indifferenti crusca di riso e d'avena, fiocchi di mais, farina d'avena di mais e di riso, miglio soffiato, orzo, riso soffiato, pane di farro e di miglio, pane di sola segale e senza glutine

Da evitare pane di frumento integrale, pane di segale e altri cereali, farina bianca e di frumento integrale, pasta fresca di grano tenero, pasta di semola di grano duro.

 

Gli ortaggi

Sono di vitale importanza per il tipo A perché forniscono minerali enzimi e antiossidanti. Meglio però assumerli crudi o cuocerli al vapore o al forno per ridurre più possibile la perdita di quelle sostanze.

Sono tuttavia raccomandati i broccoli ricchi di antiossidanti; rinvigoriscono il sistema immunitario (particolarmente vulnerabile nel gruppo A). Consigliati anche il cavolo verde, le carote, la verza, la zucca e gli spinaci; in modo particolare l'aglio che nel tipo A, oltre la fluidificazione del sangue, svolge in modo più puntuale le sue proprietà difensive e antibiotiche. Anche le cipolle bianche contengono un potente antiossidante.

Da evitare invece i peperoni e le olive fermentate che possono provocare disturbi della digestione gastrica; anche i pomodori, le patate, il cavolo rosso e bianco.


In sintesi:

Da preferire aglio, bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolo rapa e verde, cicoria, cipolle rosse gialle e spagnole, lattuga romana, porro, prezzemolo, rafano, rape, scarola, spinaci, tarassaco, verza, zucca.

Indifferenti asparagi, avocado, barbabietole, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cerfoglio, cetrioli, cime di rapanello, cipolle verdi, crescione d'acqua, cumino, coriandolo, finocchi, indivia, altre lattughe, mais, olive verdi, radicchio, rapanelli, rucola, scalogno, sedano, zucchini.

Da evitare cavolo bianco cinese e rosso, funghi coltivati, melanzane, olive greche, nere e spagnole, patate bianche, dolci e rosse, peperoncino, peperoni gialli, rossi e verdi, pomodori.

 

La frutta fresca

Il tipo A deve mangiare frutta almeno tre volte al giorno (a meno che non abbia problemi di calorie per sovrappeso). E' tuttavia importante che scelga la frutta più alcalina come i frutti di bosco e le prugne per equilibrare l'azione dei cereali che tendono a rendere i muscoli più acidi.  I frutti tropicali, come il mango e le papaia, contengono un enzima digestivo che non è benefico per il tipo A come lo è per gli altri gruppi. L'ananas è invece un ottimo digestivo.

Assolutamente da evitare sono le arance che irritano lo stomaco del tipo A, povero di succhi acidi, e interferiscono con l'assorbimento dei minerali indispensabili. Il pompelmo invece, pur essendo acido, esplica un'azione benefica perché al termine della digestione tende a divenire alcalino. Anche i limoni, controllando la produzione di muco gastrico, svolge nel tipo A un potere benefico. Per aumentare l'assunzione di vitamina C, potente antiossidante e antitumorale, si può far uso anche di Kiwi.

La banana non è ben tollerata dal tipo A. Per assumere potassio, fare uso di albicocche, fichi e altre varietà di melone.

Da preferire albicocche, ananas, ciliegie, fichi freschi e secchi, limoni, mirtilli, more, pompelmo, prugne nere, rosse, verdi e secche, uva sultanina.

Indifferenti anguria, avocado, cachi, datteri, fichi d'india, fragole, kiwi, lamponi, melagrana, mele, melone d'inverno, pere, pescanoce, pesche, ribes nero e rosso, uva.

Da evitare arance, banane, mandarini, mango, melone mielato, noci di cocco, papaia, rabarbaro.

 

I semi e la frutta secca

Semi di zucca, di girasole, mandorle e noci sono alimenti preziosi per il tipo A perché correggono il deficit di proteine dovuto all'eliminazione della carne. Tuttavia essi contengono molte calorie e richiedono un grande lavoro del sistema epatico. Sono quindi da evitare in una dieta atta a perdere peso e in coloro che hanno problemi ipercolesterolemia e insufficienza epatica.

 

Le bevande

Un bicchiere di vino rosso è un ottimo aiuto per il cuore. Anche il caffè e il tè verde vanno bene (meglio se alternati) perché stimolano la produzione di acido gastrico.

Da preferire Caffè, tè verde, vino rosso

Indifferenti vino bianco

Da evitare acqua di seltz e di soda, bibite a base di cola, birra, liquori, tè nero anche deteinato. 


Nota: ausilio informazioni : Studi P.J. D'Adamo


Nei prossimi articoli parleremo in sintesi degli altri gruppi.


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                                             L’importanza del gruppo sanguigno nell’alimentazione

Da molti anni seguo e consiglio un’alimentazione basata sul ceppo di provenienza.

Ognuno di noi ha caratteristiche simili determinate dal gruppo di discendenza, quindi affronteremo in questo,  e nei prossimi articoli i vari aspetti  dei quattro gruppi sanguigni esistenti, che sono come li conosciamo oggi  il risultato di 40.000 anni di evoluzione della specie umana.

L'uomo, che in origine era esclusivamente cacciatore (gruppo O), si è evoluto, dapprima (circa 20.000 anni fa) imparando a coltivare la terra e a nutrirsi dei suoi frutti (gruppo A) e successivamente (circa 15.000 - 10.000 anni fa), sulle alture dell'Himalaya, diventando nomade e occupandosi del bestiame (gruppo B). Infine, circa 1.000 anni fa, si è formato il gruppo AB, l'unico a non essere l'effetto di un processo evolutivo, ma della mescolanza tra gli abitanti sedentari delle aree caucasiche e i nomadi provenienti dalla Mongolia.

 

La storia del genere umano è contrassegnata dalla lotta per la sopravvivenza, o meglio dalla capacità dell'uomo di adattarsi all'ambiente in cui si è trovato a vivere e alla dieta che è stato costretto a seguire. In definitiva, il reale motore dell'evoluzione è stato il cibo e le migrazioni che si sono susseguite per procacciarselo.

Quando i nostri antenati iniziarono a spostarsi da un luogo all'altro furono costretti ad adattarsi a un'alimentazione diversa.

L'ingestione di nuovi cibi modificò profondamente i sistemi digestivo e immunitario. Ciò consentì all'uomo non solo di sopravvivere, ma anche di prosperare nel nuovo habitat. Questi profondi cambiamenti accompagnano lo sviluppo dei diversi gruppi sanguigni che sembrano

fare la loro comparsa in tappe critiche dell'evoluzione:

1. L'ascesa degli esseri umani verso la cima della catena alimentare (l'evoluzione del gruppo sanguigno di tipo 0 ne è l'espressione più completa).

 

2. Il passaggio da un'alimentazione basata sulla caccia e sulla raccolta di frutta e piante selvatiche a un'alimentazione basata su un'agricoltura rudimentale (comparsa del gruppo sanguigno di tipo A).

 

3. La fusione delle razze e le migrazioni dall'Africa verso l'Europa, l'Asia e le Americhe ( gruppo sanguigno tipo B).

 

4. La mescolanza di gruppi disparati (comparsa del gruppo sanguigno di tipo AB).

 

Ciascuno dei gruppi sanguigni racchiude in se il messaggio genetico legato alla dieta e al comportamento dei nostri progenitori. Pur avendo alle spalle un lungo cammino, molte caratteristiche ci legano ancora ai primi uomini che hanno popolato la terra.

 

Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro bagaglio genetico. Può sembrare sorprendente ma,  il sistema digestivo e quello immunitario conservano ancora una predilezione per i cibi consumati dagli antenati del gruppo sanguigno simile al nostro.

Sulla base delle conoscenze relative alle caratteristiche dei quattro gruppi sanguigni, nei primi anni 50 il medico americano James D’Adamo teorizza il collegamento tra l’insorgere di alcune malattie e le intolleranze alimentari.

Il figlio, Peter D’Adamo, ufficializza negli anni 80 la teoria del padre ed effettua studi ed esperimenti che gli permettono di individuare le categorie di alimenti che interagiscono positivamente o negativamente con i singoli gruppi.

Successivamente, altri studiosi hanno costantemente aggiornato e migliorato la dieta a seguito di nuove scoperte nel campo dell’utilizzo dell’alimentazione come prevenzione di alcune malattie.

 

Più che di una dieta (nel senso tradizionale), si tratta di un regime alimentare: non è necessario calcolare le calorie ne pesare gli alimenti poichè perdere peso non è lo scopo ma uno degli effetti di questo nuovo stile nutritivo.

 

La dieta si compone di tre categorie di alimenti per ogni gruppo sanguigno:

- “alimenti da preferire”, perchè contengono sostanze che favoriscono i processi fisiologici dell’organismo;

- “alimenti neutri”, che non interferiscono con l’organismo ne positivamente ne negativamente;

- “alimenti da evitare”, che con le loro caratteristiche possono danneggiare l’organismo.

 

Naturalmente, ognuno di noi è unico e nonostante l’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno, ha una storia assolutamente personale, che potrebbe essere caratterizzata da malattie o intolleranze che richiedono un alimentazione particolare (es.: diabete, celiachia, ecc): in tal caso, è doveroso integrare le indicazioni di questa dieta con le proprie necessità alimentari ed eliminare eventuali alimenti dannosi per la propria salute nonostante questi risultino positivi o neutri per la categoria di appartenenza.

 

                      Oggi parleremo in sintesi

                     del gruppo O: il cacciatore

STORIA: 40.000 anni fa, i primi uomini, avendo a disposizione grandi mandrie di animali, divennero inevitabilmente abili cacciatori. La selvaggina non mancava e pertanto non fu necessario cercare altre fonti di sostentamento fino al periodo delle grandi migrazioni: circa 30.000 anni fa, gli uomini, sempre più numerosi, iniziarono a stabilirsi in zone della terra meno generose in termini di selvaggina e dovettero, come conseguenza di ciò, imparare ad alternare la caccia con la pesca e la raccolta di bacche, noci e radici, diventando gradatamente onnivori.

 

La proliferazione della specie umana in queste condizioni fu il risultato della somma dell'uso dell'intelletto, per primitivo che fosse, e della notevole resistenza fisica. Quest'ultima era garantita dalle caratteristiche dell'unico gruppo sanguigno presente, il gruppo O, in grado di supportare la digestione di grandi quantità di proteine animali e particolarmente attivo contro i microrganismi provenienti dal cibo (quest'uomo non doveva difendersi dalle infezioni trasmesse dai propri simili in quanto viveva solitario o, al massimo in piccoli gruppi). Inoltre era un uomo abituato a grandi sforzi fisici, necessari per portare a termine estenuanti battute di caccia.

 

Queste caratteristiche si ritrovano oggi negli appartenenti al gruppo O, caratterizzati da un apparato digerente robusto e da un sistema immunitario particolarmente attivo contro le infezioni contraibili attraverso il cibo, ma debole contro quelle virali. Il loro sistema immunitario inoltre pecca di fragilità di fronte a radicali cambiamenti di alimentazione, favorendo l'insorgenza di allergie e malattie autoimmuni. I soggetti che soffrono di intolleranze alimentari potrebbero in buona parte risolvere il problema evitando alimenti a base di frumento, poichè il glutine provoca, negli appartenenti al gruppo O, una forte reazione immunitaria.

 

L'attività fisica è fondamentale per gli eredi dei primi cacciatori: i loro muscoli sono strutturati per un utilizzo rapido e massiccio di energia ma le mutate condizioni della vita moderna non consentono a queste persone di bruciare una grande quantità di calorie se non attraverso un'intensa attività sportiva. Viste le caratteristiche dei loro predecessori, gli sport consigliati sono quelli che richiedono forza, resistenza e abilità, come l'atletica, il tennis, la lotta e lo sci di fondo.

 

Il gruppo 0 preferisce una dieta ricca di proteine animali e un programma di attività fisica intensa. Il suo sistema digestivo appartiene al filo genetico più antico: l'uomo primitivo cacciatore e predatore.

Non tollera invece i prodotti caseari e cereali, ai quali il suo sistema digestivo non si è ancora completamente adattato.

 

La perdita di peso per il gruppo 0

Il tipo 0 deve limitare il consumo di cereali e di legumi. Il maggior responsabile del suo aumento di peso è il glutine contenuto nel germe di grano e, più in generale, nei prodotti a base di frumento. Le lectine del glutine inibiscono l'attività dell'insulina e impediscono all'organismo di utilizzare le calorie a scopi energetici.

Altro elemento comune al gruppo 0 è una tiroide pigra che non riesce a produrre la quantità di ormoni necessaria per far funzionare i processi metabolici a pieno ritmo. Da evitare anche le bevande gassate.

 

Determinano aumento di peso

glutine di frumento e granturco perché interferiscono con l'efficienza dell'insulina e rallentano il metabolismo

fagioli di Spagna, fagioli bianchi, lenticchie - alterano l'utilizzazione delle calorie

cavolfiore, cavolo bianco e rosso, cavolini di Bruxelles, senape - inibiscono la funzionalità tiroidea

 

Favoriscono la perdita di peso

alga marina, pesci e frutti di mare, sale iodato perché contengono iodio per la funzionalità tiroidea

fegato per il contenuto di vitamina B attiva il metabolismo

carne rossa, verza, spinaci, broccoli perché attivano il metabolismo

 

Alimenti particolari per il gruppo 0

 

La carne e il pollame

L'organismo del gruppo 0 ha grande bisogno di proteine animali (ma attenzione alle porzioni: non più di 180g a pasto). Digerisce e assimila bene la carne perché lo stomaco produce una buona quantità di acido cloridrico e di ormoni che presiedono alla digestione gastrica. E' bene tuttavia bilanciare l'apporto di proteine con sufficienti quantità di verdura e frutta, altrimenti i succhi gastrici diverrebbero eccessivamente acidi e quindi dannosi per la parete dello stomaco e del duodeno.

Da preferire agnello, manzo, vitello

Indifferenti anatra, coniglio, pollo, quaglia, tacchino

Da evitare maiale, oca, salumi in genere

 

Il pesce, i crostacei e i frutti di mare

E' un'altra ottima fonte di proteine animali. I pesci provenienti di acque fredde, come lo sgombro, il merluzzo e l'aringa contengono, com'è ormai noto, dei grassi che fluidificano il sangue poiché riducono l'aggregazione piastrinica e la formazione dei trombi. Essi sono inoltre ricchi di iodio e quindi adatti a stimolare la tiroide pigra del gruppo 0.

Da evitare aringhe in salamoia, polpo, caviale, salmone affumicato

 

Il latte, i latticini e le uova

Dev'essere drasticamente limitato il loro consumo, perché il gruppo 0 non riesce a sottoporli a metabolismo adeguato. Non si tratta della più nota allergia alimentare poiché quest'ultima non è causata da problemi digestivi bensì da una reazione dell'intero sistema immunitario che produce anticorpi specifici contro il latte e derivati. E' invece un'intolleranza alimentare che coinvolge solo l'apparato digerente, favorendo disturbi meno massivi. Si possono mangiare anche 4 o 5 uova alla settimana ma solo piccole quantità di latticini.

Indifferenti burro, fiocchi di latte, formaggio di capra, latte e formaggi di soia, mozzarella

Da evitare tutti gli altri formaggi compreso lo yogurt.

 

Gli oli e i grassi

Da evitare solo l'olio di arachide e di mais

semi e frutta secca sono una buona fonte di proteine, da evitare

soltanto arachidi e pistacchi.

 

I legumi

I soggetti di tipo 0 non sono in grado di metabolizzare in maniera adeguata alcuni tipi di legumi; tutto ciò comporta la riduzione dell'acidità e della funzionalità del loro tessuto muscolare.

Da preferire fagiolini con l'occhio

Indifferenti ceci, fagioli cannellini, fagioli rossi, fave, piselli, fagiolini

Da evitare fagioli bianchi e di Spagna, lenticchie

 

I cereali

Il gruppo 0 non tollera affatto i prodotti a base di farina di frumento.

 Il frumento è il primo responsabile dell'aumento di peso dei soggetti di gruppo 0. Da evitare anche il cuscus.

Indifferenti solo la farina di riso, il farro, il grano saraceno, il miglio soffiato, l'orzo e il riso soffiato e brillato, il pane di soia segale e il pane senza glutine, la farina di orzo e di segale (ma non il pane di segale).

 

Gli ortaggi

Rivestono un ruolo importante nella dieta del gruppo 0 ma non tutti.

Da evitare alcuni come il cavolo cappuccio, i cavolini di Bruxelles, il cavolfiore e la senape perché possono inibire la tiroide;  la melanzana e la patata, perché possono provocare disturbi articolari.

Il mais tende a favorire l'obesità e il diabete interferendo con l'attività insulinica.

 

La frutta fresca

La varietà della frutta benefica per il gruppo 0 è molto alta.

Da preferire le prugne secche e fresche e i fichi perché tendono ad abbassare l'acidità del tratto digestivo evitando al gruppo 0, tendente all'iperacidità, la formazione di gastriti e ulcere. Anche il melone è alcalino ma è bene consumarlo con moderazione perché contiene funghi microscopici poco tollerato nel gruppo 0.

Da evitare (o moderare) le arance i mandarini e le fragole, la noce di cocco, l'avocado perché sono molto acidi. Anche il pompelmo è acido ma può essere consumato con moderazione perché durante i processi digestivi si comporta come un prodotto alcalino.

 

Le spezie

Scegliendo le spezie giuste è possibile aumentale l'efficienza dei sistemi digestivo e immunitario.

Da preferire il prezzemolo, il pepe di Caienna e il curry perché stimolano la circolazione del tratto digestivo. Le alghe proteggono lo stomaco; stimolano inoltre il metabolismo contribuendo alla perdita di peso.

Da evitare il pepe bianco e nero e l'aceto perché irritano la parete gastrica.

 

Nota: ausilio informazioni : Studi P.J. D'Adamo


Nei prossimi articoli parleremo in sintesi degli altri gruppi.


Le informazioni sopra riportate sono solo a scopo informativo

Queste potrebbero riportare errori e/o omissioni. Pertanto ogni utilizzo improprio è a proprio rischio e pericolo. Si ricorda, altresi, che gli integratori alimentari non sono prodotti curativi e pertanto non possono vantare alcuna proprietà terapeutica. Le indicazioni, presenti sul sito, fanno riferimento all'impiego per il sostegno dell'organismo in periodi particolarmente difficili.

 

 COME TENERE SOTTO CONTROLLO IL COLESTEROLO

Il colesterolo è un problema metabolico legato a diversi fattori.

La riduzione dei grassi saturi (in genere grassi animali) è fondamentale. Quindi ridurre il consumo di burro, carni rosse, formaggi, insaccati ecc.

Personalmente credo che il concetto da usare è quello di ridurre, anzichè eliminare totalmente, perché può essere percepita dalla mente a livello subcosciente, come una privazione.

Ecco da dove nasce il senso di privazione delle diete ed il conseguente fallimento, specialmente quando parliamo di controllo del peso.

L’ altro trucco può essere quello di non modificare le proprie abitudini dall’ oggi al domani, ma di farlo gradualmente, sostituendo i cibi che fanno male con cibi più sani. Ad esempio se proprio non si può fare a meno di mangiare proteine si può mangiare pesce azzurro, che è ricco di acidi grassi omega 3 ed aiuta a bilanciare il livello di colesterolo “buono” rispetto a quello “cattivo” (HDL/LDL).

 

12 alimenti per abbassare il colesterolo:

  • AvenaPossono bastare due porzioni per abbassare il colesterolo LDL del 5,63% in sei settimane
  • Vino rossoL'uva rossa è capace di agire sul colesterolo, grazie al suo alto contenuto di fibre
  • Salmone fresco L'Omega3, non solo è capace di prevenire malattie cardiache e demenza senile ma aiuta ad implementare il colesterolo “buono”
  • Noci Consumarne 42,50 grammi al giorno, sei giorni alla settimana per un mese, permetterà di ridurre il vostro colesterolo totale del 5,4%
  • FagioliMezza tazza di fagioli nella vostra zuppa vi farà diminuire il colesterolo LDL dell’8%
  • Té nero E' capace di ridurre i lipidi nel sangue sino al 10% in sole tre settimane
  • Cioccolato dark Può risollevare i valori del colesterolo HDL -+24% in dodici settimane
  • Margarina Se il vostro livello di LDL è preoccupante, è obbligo abbandonare il burro a favore della margarina vegetale
  • SpinaciAiutano a pulire il colesterolo in eccesso nel vostro corpo
  • AvocadoAiuta il nostro cuore a liberarsi dal colesterolo cattivo
  • Aglio Rende le arterie più elastiche e dunque più resistenti alle placche di colesterolo
  • Olio Riesce ad abbassare il livello di colesterolo-LDL e ridurre in genere i grassi corporei.


In questo modo è possibile tenere sotto controllo il proprio livello di colesterolo e ridurre in tal modo il rischio di infarti ed ictus.

Difatti grazie ad una corretta alimentazione si può ridurre il valore del colesterolo “cattivo” – ovvero quello LDL.

Del resto è bene sapere che il colesterolo, in assoluto, è indispensabile

per la vita e la moltiplicazione cellulare.


Anche alcune vitamine aiutano a ridurre i livelli di colesterolo, tra le più efficaci:

La vitamina B,  la vitamina B3  è una delle più comuni vitamine in grado di ridurre il colesterolo, aiuta il corpo nella conversione dei carboidrati in glucosio, fornendo energia per l'organismo, ed è utilissima nell’eliminazione delle sostanze tossiche e nocive.

Tuttavia non è consigliabile esagerare con le vitamine B perché un loro uso eccessivo può arrossare la pelle (dilatando i vasi capillari), creare mal di testa, crampi muscolari, nausea o prurito.

Le vitamine C ed E aiutano a prevenire i danni che può causare il colesterolo cattivo (LDL).

Anche la lecitina è una  delle sostanze che riducono il colesterolo nel corpo;

permette infatti di eliminare dall'organismo grassi e colesterolo ed aiuta a tenere puliti i vasi sanguigni.

Purtroppo troppo spesso ci si affida al proprio medico delegando a lui il compito di rimettere le cose a posto. E’ ovvio che il medico è insostituibile, ma se ci si prende il tempo di informarsi, cercare di usare i giusti integratori alimentari, oltre ad alimenti sani e naturali forse si può evitare d’ imbottirsi di farmaci.

L’ uso di un alimento sotto forma di integratore alimentare (ecco cosa gli integratori devono essere: cibo puro!) come prodotti a base di soia, olio di pesce come Herbalifeline  sono un modo semplice e naturale per tenere le tossine dei farmaci fuori dal corpo.


Ed ecco un integratore che può aiutare quando è difficile mangiare correttamente.


HERBALIFELINE


Integratore alimentare di acidi grassi Omega 3 (EPA e DHA)

Le ricerche hanno dimostrato che le diete occidentali sono carenti di acidi grassi omega 3  (EPA e DHA) e quindi può essere utile ricorrere ad un integratore.

Gli omega 3 sono quegli acidi grassi di cui sono tanto ricchi i pesci e altre varietà di specie marine; quando parliamo di omega 3 parliamo di acidi grassi polinsaturi catalogabili in due tipologie differenti: EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico).


Questo integratore contiene il giusto apporto omega 3 di cui il tuo corpo ha bisogno quotidianamente; infatti, la sua efficacia permette un corretto e naturale funzionamento del nostro apparato cardiocircolatorio, ci aiuta a combattere gli inestetismi della pelle, idratandola e riducendone la sua secchezza, favorisce le funzioni del sistema immunitario e di quello uro-genitale. 

 

"spegnere" il bruciore di stomaco

L’infiammazione delle pareti dello stomaco, spesso non è

conseguenza di un solo fattore.

Stile di vita non corretto, alimentazione squilibrata, stress,

predisposizione genetica, cambiamento di clima, sedentarietà,

il fumo ed i ritmi frenetici del lavoro possono essere con-cause

che potenziano il disturbo.

Per prevenirlo esistono alcuni accorgimenti  che si basano,

sostanzialmente, sulla correzione delle abitudini alimentari: 

 

  •  Non mescolare proteine con i carboidrati
  • Evitare l'eccesso di caffè e vino
  • Non fumare e non bere alcolici
  • Masticare lentamente
  • Consumare frutta lontano dai pasti, perché può creare gonfiore
  • Evitare i cibi fritti
  • Pranzare e cenare sempre alla stessa ora

 Ad un corretto stile di vita, possono essere associati dei rimedi naturali che attenuano i bruciori di stomaco e la gastrite: camomilla, cavolo, carota, patata, liquirizia, malva.

 

Inoltre io vi propongo  un efficacissimo rimedio per accelerare la guarigione, oltre a quanto citato, l’assunzione di succo di ALOE VERA, pianta miracolosa usata già dagli antichi egizi per curare ogni sorta di malessere.

 

Un paio di tappini al giorno sono sufficienti a risolvere in poco tempo il problema, naturalmente è  utile comunque correggere lievemente l’alimentazione, spesso unica causa del disturbo.

 

L’ALOE VERA

Antibatterico e antivirale, antiossidante e disintossicante, aumenta il  livello delle difese immunitarie

uno dei motivi principali per cui si assume succo di Aloe vera è proprio quello di stimolare le naturali difese dell’organismo nei periodi in cui è maggiormente provato, dunque in autunno, in inverno o nella fase di passaggio da una stagione all’altra. 

ADDIO CELLULITE!

Se facciamo una distinzione fra cellulite estetica e cellulite ci rendiamo conto che se per il primo caso esistono ottimi rimedi in commercio, (io stessa posso consigliarne alcuni davvero efficaci) nella cura della cellulite vera e propria il discorso è molto più ampio.

È una condizione alterata del tessuto sottocutaneo che è ricco di cellule adipose.  L’equilibrio del sistema venoso e linfatico si modifica con un rallentamento del flusso sanguigno e una ritenzione di liquidi da parte dei tessuti.

Molte sono le cause che danno origine alla cellulite, spesso dipendenti da vari fattori che si sommano fra loro.

Alcuni fattori non sono causati da noi e quindi non sono eliminabili. ad esempio il sesso, la razza o la familiarità. Altri fattori  possono essere patologie particolari o assunzione di farmaci.

Infine esistono fattori aggravanti dovuti al nostro stile di vita che sicuramente potrebbero essere controllati con un’alimentazione equilibrata e moderata attività fisica.

 

 Negli anni ho adottato vari sistemi per combatterla ed infine

ho trovato un’ottima soluzione sommando integratori che favoriscono il flusso circolatorio, sciolgono gli zuccheri in eccesso ed eliminano l’acqua che ristagna raggiungendo in breve tempo ottimi risultati! 

BUONE FESTE A TUTTI!

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